NICOLA PALMA
Cronaca

Davide Lacerenza ricoverato d’urgenza al Policlinico: il malore, il sospetto ictus e gli esami medici in corso

Milano, il 59enne patron della Gintoneria ai domiciliari dal 4 marzo per l’indagine su droga, prostituzione e riciclaggio nel locale di via Napo Torriani. Il 21 marzo la revoca della licenza da parte del questore Bruno Megale

"Daje King, non mollare": così è scritto su un biglietto attaccato alla finestra dell'appartamento di Davide Lacerenza ricoverato in ospedale

"Daje King, non mollare": così è scritto su un biglietto attaccato alla finestra dell'appartamento di Davide Lacerenza ricoverato in ospedale

Milano, 1 aprile 2025 – L'ex titolare della Gintoneria Davide Lacerenza è stato trasportato al Policlinico alle 4 della notte tra lunedì 31 marzo e martedì 1 aprile 2025 per un sospetto ictus. Il cinquantanovenne, ai domiciliari dal 4 marzo dopo l'arresto della Guardia di finanza, è stato ricoverato al Polclinico per problemi di natura neurologica, forse un ictus: gli accertamenti medici sono in corso per capire che tipo di problema abbia avuto. Non risulta comunque grave, attualmente è piantonato in regime di domiciliari. Per la permanenza o meno in ospedale, nei prossimi giorni i magistrati dovranno verificare le cartelle cliniche per valutare con esattezza le sue condizioni.

Un biglietto di incoraggiamento lasciato da qualche amico o fan alla finestra chiusa dell'appartamento di Davide Lacerenza
Un biglietto di incoraggiamento lasciato da qualche amico o fan alla finestra chiusa dell'appartamento di Davide Lacerenza

L'indagine

Lacerenza è accusato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, spaccio di stupefacenti e autoriciclaggio nell'inchiesta delle Fiamme Gialle sul locale di via Napo Torriani, per il quale nei giorni scorsi il questore Bruno Megale ha disposto la revoca della licenza. Nella stessa operazione è finita ai domiciliari anche l'ex compagna Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi, e Davide Ariganello detto "Righello".

Davide Lacerenza arriva in tribunale per l’interrogatorio di garanzia
Davide Lacerenza arriva in tribunale per l’interrogatorio di garanzia, Milano 11 marzo 2025. L'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti alla gip Alessandra Di Fazio, dopo la misura cautelare dei domiciliari eseguita il 4 marzo nell'inchiesta sulla Gintoneria. ANSA/MATTEO CORNER

La sospensione della licenza

Nella mattinata di venerdì 21 marzo, i poliziotti della Divisione polizia amministrativa e sociale di via Fatebenefratelli hanno notificato il provvedimento a Lacerenza, "nei confronti del quale - come si legge in una nota della Questura - è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari e che risulta indagato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e per sfruttamento della prostituzione, commessi nel locale e nei pressi dello stesso, ricavando illeciti guadagni tramite prezzi maggiorati e consegne a domicilio delle prostitute". Il titolare è già stato destinatario di due provvedimenti di sospensione della licenza, sulla base di quanto disposto dall'articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, "e in considerazione di una situazione obiettivamente pericolosa e intollerabile per la sicurezza e l’ordine pubblico", il questore ha disposto lo stop definitivo.

Il sequestro di Gintoneria e La Malmaison

A valle dell'inchiesta, la pm Francesca Crupi aveva già disposto il sequestro impeditivo d'urgenza della Gintoneria e del vicino privé La Malmaison. Un provvedimento poi convalidato dalla gip Alessandra Di Fazio, che ha deciso di mantenere i sigilli ai due locali per evitare il rischio che venissero gestiti da prestanome. Nei giorni successivi, la stessa giudice ha dato il via libera anche al sequestro preventivo d'urgenza per un valore di oltre 900mila euro. In realtà, rispetto a quel presunto profitto di autoriciclaggio, gli investigatori delle Fiamme Gialle sono riusciti a rintracciare finora solo circa 80mila euro: 33mila trovati su un conto in Lituania, 40mila su conti italiani e diecimila euro cash. Tutti soldi, al momento, riferibili a Lacerenza, secondo le accuse. Il sospetto, però, è che parte dei guadagni illeciti incassati col presunto giro di droga e prostituzione siano finiti all'estero, anche per investimenti in Albania.