ANDREA GIANNI
Cronaca

Dazi Usa, Milano trema. Macchinari, beni di lusso e industria farmaceutica: "Posti di lavoro a rischio"

L’analisi della Uil: export già calato del 3%, gli Stati Uniti mercato chiave. Le scelte di Trump soffocheranno le imprese. "Ora l’Europa sia compatta". .

L’analisi della Uil: export già calato del 3%, gli Stati Uniti mercato chiave. Le scelte di Trump soffocheranno le imprese. "Ora l’Europa sia compatta". .

L’analisi della Uil: export già calato del 3%, gli Stati Uniti mercato chiave. Le scelte di Trump soffocheranno le imprese. "Ora l’Europa sia compatta". .

Macchinari e apparecchiature, prodotti chimici e farmaceutici, mezzi di trasporto e cibo, il mondo del design e dell’alta moda. Sono settori dell’economia milanese e lombarda che trainano l’export verso gli Stati Uniti, in un fragile equilibrio che potrebbe essere messo in crisi dai dazi annunciati da Trump verso l’Europa, con il rischio di ripercussioni anche sull’occupazione. Nella Città metropolitana di Milano, secondo un’analisi della Uil Lombardia, il dato generale delle esportazioni ha registrato una flessione del 3%, considerando i primi nove mesi dell’anno scorso, rispetto allo stesso periodo del 2023. Un calo che colpisce principalmente il comparto tessile/abbigliamento (-4,5%) e metalli di base (-3,2%), mentre crescono le esportazioni di mezzi di trasporto, prodotti alimentari, computer ed elettronica (+6,3%), prodotti chimici e macchinari. Numeri che fotografano un equilibrio fragile, perché a livello globale il mercato di riferimento resta quello degli Stati Uniti.

"La preoccupazione per il 2025 riguarda il rischio di una guerra sui dazi doganali, potenzialmente scatenata dalle politiche del presidente Trump – spiega il segretario della Uil Lombardia Salvatore Monteduro – che potrebbe avere ripercussioni significative sulle esportazioni lombarde. Un aumento dei dazi potrebbe compromettere gravemente la competitività delle imprese lombarde e ridurre i volumi di esportazione verso gli Usa, rendendo necessarie contromisure strategiche per diversificare i mercati di sbocco e rafforzare la posizione competitiva delle aziende". Il sindacato propone quindi di prevenire i possibili contraccolpi attraverso "misure di sostegno ai consumi interni, che possano riequilibrare la domanda e stimolare la produzione nazionale" e a livello europeo "una politica economica condivisa per rafforzare la competitività delle imprese e negoziare accordi commerciali più favorevoli".

A livello regionale, secondo l’analisi su dati Unioncamere l’anno scorso l’export ha registrato una crescita moderata, con un misero +0,1% nel secondo trimestre e un risicato +1,4% nel terzo trimestre del 2024. Milano (pur con valori in calo) si conferma la principale esportatrice, con un valore complessivo di 16,8 miliardi di euro, seguita da Brescia con 8,2 miliardi e Bergamo con 6,9 miliardi. E l’export lombardo verso gli Stati Uniti ha registrato un valore di 5,8 miliardi di euro, con una crescita del 3,2% rispetto al 2023. Gli Stati Uniti rappresentano quindi "un mercato chiave" per le esportazioni lombarde. Questo incremento è stato trainato principalmente dal settore dei macchinari e apparecchiature, che ha registrato un aumento del 4,5% e un valore di 2,1 miliardi di euro, e dal comparto farmaceutico, con un +3,8%. "Non possiamo restare fermi ad aspettare il prossimo colpo della politica commerciale americana – conclude Monteduro –. Serve un piano strategico per rendere il sistema industriale lombardo più resiliente e meno dipendente dalle sole esportazioni verso gli Usa. Un’azione coordinata tra imprese, istituzioni e sindacati è oggi più necessaria che mai".