
La Torre Milano, un grattacielo residenziale di 24 piani in via Stresa, Milano, 23 gennaio 2025. Otto persone, tra imprenditori, progettisti e tecnici, ma anche funzionari e dirigenti o ex diregenti dello Sportello unico dell'Edilizia e della Direzione urbanistica del Comune di Milano, sono stati mandati a processo per abuso edilizio e lottizzazione abusiva
Milano, 19 febbraio 2025 – Il 5 marzo sarà il giorno della verità. È quella la scadenza per presentare gli emendamenti al Salva Milano al termine dei lavori della Commissione Ambiente del Senato che ha analizzato il provvedimento che punta a sbloccare la situazione urbanistica meneghina, in stallo da mesi a causa delle inchieste della magistratura che hanno messo nel mirino quelle ristrutturazioni diventate nuove costruzioni grazie a una semplice Scia e non a un Permesso di costruire. Il 5 marzo si capirà se il Partito democratico – come previsto da giorni da alcuni indiscrezioni provenienti dal partito guidato da Elly Schlein – presenterà richieste di modifica al decreto approvato lo scorso novembre alla Camera anche grazie ai voti dei deputati dem. La presentazione di emendamenti in Senato, che sarebbero discussi a partire dal 6 marzo, significherebbe il rinvio del provvedimento alla Camera, con inevitabile allungamento dei tempi di approvazione del decreto (che prevede un’interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia) e del protrarsi del blocco urbanistico del capoluogo lombardo.

Sala: “Ho fatto la mia parte”
Il sindaco Giuseppe Sala, da un anno impegnato a trovare una soluzione per sbloccare la situazione, attende le mosse del Pd e degli altri partiti in Senato e non nasconde una certa preoccupazioni. “Non so quali saranno le intenzioni – dice il primo cittadino ai cronisti a margine di un appuntamento a Palazzo Marino –. Credo che la mia parte l’ho fatta tutta per cercare di spiegare perché per noi è importante avere un parere. Più di tanto, poi, non posso fare”. E se il Pd, alla fine, presentasse emendamenti e il Salva Milano tornasse alla Camera? “Dipende qual è il contenuto degli emendamenti e dipende anche da quali sono i tempi”, premette Sala, che però, subito dopo, aggiunge: “È passato un anno da quando la questione è stata posta: nei miei cassetti c’è un documento di Anci del 1° marzo 2024. Ma in realtà le discussioni sono partite nel gennaio 2024. Se uno si legge il dispositivo del decreto approvato alla Camera non è lungo 100 pagine, ma un paio di paginette. Quindi c’è da presupporre che per giudicare un tema del genere un anno sia veramente tanto. Se questo vuol dire un ulteriore rinvio indefinito, è chiaro che è un problema. Molto del danno è stato fatto, il mercato immobiliare è fermo. Non voglio giudicare l’opera dei pm, ricordo che siamo ancora al Consiglio di Stato. Vediamo un po’ quello che succederà”
L’assessore regionale Comazzi
L’assessore regionale al Territorio Gianluca Comazzi, intanto, ieri ha visto la presidente di Assimpredil Ance Regina De Albertis per un confronto sul riordino del quadro normativo in materia di urbanistica. “Il “Salva Milano“ dovrebbe essere definito “Salva Italia“ perché questa è una misura strategica che riguarda l’intero Paese – afferma Comazzi –. In questa fase è importante tenere a mente che non possiamo permetterci in alcun modo di fermare lo sviluppo urbanistico, con il rischio di far scappare gli investitori internazionali. Milano, la Lombardia e l’Italia hanno bisogno di un quadro normativo che favorisca la crescita, la modernizzazione e l’attrattività, per garantire il nostro futuro e la competitività sul mercato globale”.
“Situazione bloccata”
L’incontro si è svolto in un clima di “forte collaborazione” e si è parlato “dell’importanza di un intervento legislativo che ridisegni e semplifichi le normative urbanistiche”. “Siamo molto preoccupati per la situazione urbanistica ed edilizia a Milano – interviene De Albertis –. Una situazione che è ormai praticamente bloccata da oltre un anno e mezzo. In questo quadro, serve una prima risposta urgente per sbloccare la situazione e consentire al nostro settore di continuare a operare. Credo che si debba poi procedere con rapidità a una revisione del sistema normativo delle costruzioni che purtroppo poggia ancora su normative antiquate”.