ANDREA GIANNI
Cronaca

L’omicidio di Paolo Salvaggio “Dum Dum”. In aula l’unico imputato: “Ma quale palo, ho solo dato un passaggio al mio pusher”

Alla sbarra per il delitto dell’11 ottobre 2021 a Buccinasco c’è solo Benedetto Marino, che caricò in auto uno dei due killer in scooter. “Non conosco il suo nome2

Buccinasco (Milano) – “Non conosco il suo nome, il nostro rapporto era legato solo all’acquisto di droga: mi ha chiesto un passaggio in auto e gliel’ho dato, non vedevo l’ora di prendere la mia roba e andarmene”. Benedetto Marino ha parlato davanti alla Corte d’Assise di Milano, negando un suo ruolo nell’omicidio a Buccinasco di Paolo Salvaggio, detto “Dum Dum”, 60enne ex piccolo boss del narcotraffico con rapporti consolidati con il clan di ‘ndrangheta dei Barbaro e Papalia. Dall’esame di Marino, nell’udienza pubblica, non sono emersi nomi, o altri elementi utili per identificare i due uomini che, in sella a uno scooter Yamaha TMax, l’11 ottobre del 2021 raggiunsero Salvaggio mentre pedalava in via della Costituzione, uccidendolo con almeno tre colpi di pistola sparati a bruciapelo.

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Buccinasco, sparatoria, omicidio Paolo Salvaggio - 16 settembre 2024 - foto Spf

Il 45enne, cresciuto a Buccinasco, è accusato di concorso in omicidio per aver fatto da palo e autista, caricando uno dei due killer sulla sua Peugeot 3008, ripresa dalle telecamere. Un killer di cui non ha saputo, o voluto, riferire il nome. Secondo la sua versione, lo aveva salvato sul telefono criptato, usato per contattare i pusher e procurarsi la cocaina che assumeva abitualmente, solo come “Bello", senza nome o cognome. Impossibile risalire al numero, perché nel frattempo il telefono è stato fatto sparire dal fratello di Benedetto Marino, che ieri è stato ascoltato in aula come testimone: “Ho trovato quel telefono in casa e l’ho gettato via – ha spiegato – mio fratello stava esagerando con la droga e volevo che interrompesse i contatti”.

Rispondendo alle domande dei pm Sara Ombra e Gianluca Prisco, l’imputato, tossicodipendente con alle spalle una sfilza di problemi con la giustizia, ingressi in comunità e successive ricadute, ha quindi cercato di presentarsi come un semplice accompagnatore, ignaro delle intenzioni del killer con cui in passato era entrato in contatto tramite un amico, di cui non ha voluto riferire il nome. “Avevo salvato solo il suo numero di telefono – ha raccontato Marino – e quel giorno ci eravamo dati appuntamento perché volevo comprare cocaina. Mi ha chiesto di caricarlo in auto e di dargli un passaggio per i suoi giri, come era già successo altre volte. In cambio mi regalava un “pallino" di cocaina piccolo, da 15 o 20 euro. Non ricordo dove l’ho portato di preciso, non me lo sogno segnato sul calendario”. Secondo le accuse, invece, Marino “ha garantito una celere e sicura via di fuga” a uno dei killer, e ha avuto un ruolo attivo nell’omicidio. Finora resta l’unico imputato, inchiodato dalle indagini dei carabinieri: gli esecutori dell’agguato, probabilmente legato a dissidi per lo spaccio, restano ancora senza un nome.