"Il Giubileo è l’anno di grazia per dire che le tenebre possono essere vinte, che i peccati possono essere perdonati". Così l’arcivescovo Mario Delpini dal Duomo di Milano ha aperto il Giubileo nella diocesi di Milano. Ad anticipare la cerimonia una processione dalla Basilica di Santo Stefano, con la croce lignea del Sinodo minore in testa, portata a turno da un rappresentante delle comunità dei migranti, accompagnati da canti e preghiere in tutte le lingue. "Dove sono le tue tenebre? Sono la rabbia della frustrazione, sono la cronaca dei fallimenti in amore, nella professione, nel desiderio deluso di essere stimato. Proprio per questo è aperto il Giubileo, l’Anno santo: per annunciare che con la nascita di Gesù la luce splende nelle tenebre", ha esordito l’arcivescovo durante l’omelia.
Il pensiero è andato subito alle troppe guerre in corso nel mondo: "Perché i popoli si odiano e si uccidono? Perché il buon senso ha abbandonato quei potenti della terra che decidono che gli altri sono nemici?". L’auspicio - come ribadito da Papa Francesco nella Bolla di indizione Spes non confundit - è che l’Anno santo possa diventare un’occasione per costruire la pace: "Noi celebriamo il sacrificio della nuova ed eterna alleanza per rivelare che la pace è possibile, che la riconciliazione è possibile, che le persone possono stimarsi, rispettarsi, mettersi a servizio a vicenda", sottolinea Delpini. E, ancora, "ci mettiamo in cammino per essere pellegrini di speranza, la speranza della pace".
Delpini ha poi ricordato gli effetti collaterali delle disuguaglianze, per tutti. "Perché è scomparsa la gioia tra i figli degli uomini? Perché sono malati di tristezza i ricchi che hanno tutto quello che si può avere? Perché sono malati di tristezza i poveri che non hanno niente di quello che serve per vivere"? "Professiamo di credere nella promessa della luce che vince le tenebre del peccato con la grazia del perdono. Professiamo di credere nella promessa della pace che realizza una nuova alleanza. Professiamo di credere nella promessa della gioia e perciò ci mettiamo in cammino, pellegrini di speranza per prenderci cura della gioia degli altri, perché questo è la fonte certa della gioia vera", ha concluso.
Don Massimo Pavanello, responsabile del servizio per la pastorale del turismo e dei pellegrinaggi, ha ricordato le 15 chiese giubilari in diocesi. A Milano sono tre: il Duomo, la Basilica di Sant’Ambrogio e il Santuario Santa Maria dei Miracoli; nell’hinterland la chiesa dell’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, il Santuario della Beata Vergine Addolorata di Rho, la Basilica di Santa Maria Nuova ad Abbiategrasso e quella di Santa Maria Assunta di Cernusco sul Naviglio. Il Papa raccomanda "segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle in condizioni di disagio: i detenuti, gli ammalati, i giovani, i migranti, gli anziani e i poveri".