Maratona in aula a ridosso del Natale, si finisce all’alba, e passa il contestato nuovo regolamento del consiglio comunale. E nei giorni della festa arriva, pesantissimo, un comunicato della minoranza: "Ecco come è andata: un plotone d’esecuzione sulla democrazia". La polemica, sul testo del nuovo regolamento, elaborato dalla sola maggioranza, era già esplosa nei giorni precedenti l’approdo in aula: nel mirino dell’opposizione la mancata condivisione di molte previsioni definite ‘liberticide’, come la cancellazione del consiglio comunale aperto e del consiglio per il benessere dei minori, la nuova procedura per la richiesta di referendum, la stretta su mozioni e interpellanze. Dalla sindaca Elisa Balconi e dalla giunta era arrivata, tranchant, la replica: le opposizioni stesse avevano scelto in precedenza di non presenziare in commissione, "sottraendosi di fatto, loro e non noi, al confronto. Nessuna norma liberticida: un documento più moderno".
In aula, in un clima tutt’altro che natalizio, e davanti a un pubblico scarso ma ‘rumoreggiante’, l’ultimo atto. In apertura la prima rissa, una sospensione dei lavori richiesta e bocciata, causa la decisione di contingentare al massimo i tempi per discutere i tanti, tantissimi emendamenti: un minuto a consigliere. Poi, interminabili, lettura e voto emendamento per emendamento, in un clima di tensione continua e alla presenza di un presidio di Polizia locale. Copione identico (o quasi) per ogni emendamento: lettura, intervento di un minuto dei consiglieri di minoranza, replica secca del solo sindaco. Fra gli emendamenti bocciati uno sul consiglio per i diritti sui minori, uno sull’estensione del concetto di ‘famiglia’, alcuni aggiustamenti di terminologia, molte questioni di principio.
Consiglio finito. Polemica no. "Plotone di esecuzione: fuoco alla democrazia e ai diritti dei cittadini", il titolo di una dura nota della lista di opposizione La Svolta. "Ci siamo battuti in maniera estenuante e determinata, trovandoci davanti un totale silenzio. Una imbarazzante chiusura al confronto. Una seduta arida, meccanica, fredda, svilente del ruolo del consiglio. La democrazia a Cassina è morta".
Monica Autunno