Milano – Sale l'allerta anche in Italia per il rischio di diffusione della Dengue. Ieri l’assessore regionale Guido Bertolaso ha spiegato che “è stato messo in piedi un sistema di sorveglianza epidemiologica, agli aeroporti c'è controllo e se ci fossero situazioni di positività verrebbero gestite”. Ma cosa bisogna aspettarsi? E quali misure è opportuno adottare? In Italia nel 2023 sono stati registrati 362 casi di Dengue: 280 importati, 82 autoctoni, cioè trasmessi da zanzare infette nel nostro Paese. "La situazione certamente è peggiorata perché ci sono casi anche autoctoni, che ci inquietano" sottolinea all’Agi Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell'IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio.
I casi autoctoni: difficili da riconoscere
"Mentre i casi importati si riconoscono - se nei 14 giorni precedenti si è viaggiato in una zona a rischio e si hanno sintomi, deve scattare il dubbio e fare indagini di laboratorio - il difficile è riconoscere i casi autoctoni, perché nella maggior parte, le manifestazioni cliniche sono forti influenze, mal di ossa, dolori agli occhi, a volte vomito". Non va sempre così bene: c'è anche una quota di questi contagi che causa "forme più pesanti con encefaliti, e soprattutto la dengue emorragica".
La zanzara tigre
I paesi in cui, al momento, la preoccupazione è massima, sono l'Argentina e il Brasile, "dove ci sono mezzo milioni di casi, sicuramente sottostimati. Questi sono la punta di un iceberg di una situazione più ampia". In quelle aree è presente la zanzara Aedes aegypti, l'insetto vettore specifico del virus Dengue. Da noi ci pensa la zanzara tigre a trasmettere la malattia. I casi che si sono avuti in Veneto, nel Lazio e in Lombardia hanno "evidenziato che purtroppo la nostra zanzara tigre, diventata ormai una delle zanzare dominanti, ha la capacità di diffondere la malattia" sottolinea il professor Pregliasco. Dunque anche se in Italia non è presente la zanzara Aedes aegypti, il virus dengue può essere 'trasportato' dalle zanzare 'nostrane': basta che abbiano punto una persona che è stata contagiata.
Cosa fare e cosa non fare
"Anche noi abbiamo delle responsabilità. Per esempio, quando si innaffia", evitare di esagerare. "L'acqua stagnante nel sottovaso fa da autogrill per le zanzare. E' davvero importante anche un'attenzione maggiore da parte di ognuno di noi nel prossimo futuro". Quest'estate sarà l'estate dello spray anti-zanzare da tenere sempre in borsa? "Siamo passati dai disinfettanti alle mani ai repellenti per le zanzare, sì. L'attenzione maggiore bisognerà averla a partire dai mesi più caldi perché aumenterà il numero di zanzare".
Il vaccino
Esiste un vaccino. Ma per chi è indicato? "Sicuramente" la direzione della Prevenzione del ministero della Salute "fa bene ad acquistarlo. Il vaccino è importante, ma serve per i viaggiatori, per chi va in quelle zone a rischio, non certo per tutti noi. Si fanno due dosi a distanza di tre mesi. Pensare a una vaccinazione di massa in questo momento, no. Potrebbe servire - conclude - se si evidenziassero dei focolai autoctoni importanti".