Milano – Sono sei le persone denunciate dalla Polizia di Stato per i disordini di sabato durante la manifestazione pro Palestina a Milano nella quale è apparsa anche una scritta choc – “spara a Giorgia” – contro la premier Giorgia Meloni. La Digos milanese sta comunque svolgendo ulteriori accertamenti per attribuire eventuali responsabilità in merito ai danneggiamenti compiuti e le scritte. Oggi, lunedì 14 aprile, la Procura di Milano ha aperto un fascicolo su quanto avvenuto sulla base della relazione degli investigatori.

Il fascicolo
Per quanto riguarda la scritta “Spara a Giorgia” il fascicolo di indagine al momento è a carico di ignoti mentre il reato ipotizzato è "violenza o minaccia ad un Corpo politico". Sono stati invece iscritti sul registro degli indagati i sei giovani, denunciati ieri dagli investigatori e accusati, a vario titolo, per resistenza a pubblico ufficiale (con la nuova aggravante del decreto Sicurezza), danneggiamento, imbrattamento e possesso di un coltello a serramanico.
Chi sono
Sono cinque uomini e una donna di età compresa tra i 19 e i 30 anni. Nei confronti di tutti e sei è stato disposto dal Questore di Milano il divieto di accesso alle aree urbane (Dacur). In più a carico di tre di loro sono stati adottati provvedimenti di foglio di via da Milano e a uno, già gravato da precedenti di polizia per disordini durante un corteo per Alfredo Cospito, è stato notificato un avviso orale.

Gruppo anarchico
La manifestazione ha visto la partecipazione di una frangia della realtà antagonista- anarchica composta da circa quaranta persone supportate da un fronte composto da diversi manifestanti che, lungo il primo tratto di percorso del corteo, ha danneggiato vetrine e vergate diverse scritte sulle sedi di vari istituti bancari ed esercizi commerciali. Tra queste è apparsa su una vetrina del Banco Popolare di Milano la frase choc contro la premier : “spara a Meloni”.
Piazzale Baiamonti
Dopo che gli organizzatori hanno invitato, senza esito positivo, questo gruppo a lasciare il corteo o a desistere dal compiere azioni vandaliche, il dispositivo di ordine pubblico predisposto dalla Questura di Milano è intervento in piazzale Baiamonti schierandosi in modo da far sfilare la maggior parte del corteo e isolare il gruppo, circondandolo e allontanandolo dai restanti manifestanti.
Il sindaco Sala
Anche Giuseppe Sala è tornato sul corteo con un post sulle proprie pagine social. “Ieri Milano ha assistito ad un’altra manifestazione pro Palestina – scrive il sindaco di Milano -. È evidente ormai a tutti che la sofferenza del popolo di Gaza è indicibile, ma le minacce al nostro presidente del Consiglio, “spara a Giorgia”, sono intollerabili. Davvero intollerabili”. Anche ieri molte personalità della politica avevano reagito con sdegno alle scritte anti-Meloni.
I manifestanti: "La polizia ha attaccato”
Al corteo di ieri a Milano c'è stata una “provocazione poliziesca che ha direttamente attaccato il corteo a suon di manganelli” e non “tafferugli tra polizia e dimostranti facinorosi”. È quanto hanno sottolineato gli organizzatori della manifestazione nazionale (Cub, SiCobas, Comunità palestinesi lombarde e Adl) in una nota in cui convocano una conferenza stampa in piazza Mercanti a Milano martedì prossimo, 15 aprile, alle 11 e si dicono preoccupati in vista dei cortei in programma per il 25 aprile e il primo maggio. “Senza nessun preavviso, secondo ordini dall'alto - hanno sottolineato in una nota -, la polizia massicciamente predisposta ha attaccato a manganellate il corteo a piazzale Baiamonti fermando casualmente qualche persona che transitava, tra cui alcuni minorenni (poi rilasciati in serata)”. “In questo modo - hanno aggiunto - chi ha comandato i questurini ha ottenuto l' obiettivo di cancellare dalla comunicazione nazionale il grande corteo contro l'aggressione d'Israele appoggiata dai paesi imperialisti, compresa l'Italia, al popolo palestinese. La comunicazione serale non a caso ha cercato di dimostrare un contenuto falso basato sui tafferugli tra polizia e dimostranti facinorosi”.