SIMONA BALLATORE
Cronaca

Beccaria contro Beccaria: è derby a Milano

Il liceo classico incontra sul campo i detenuti del carcere minorile

I ragazzi del liceo Beccaria dopo il match disputato nell’istituto penale per minorenni

I ragazzi del liceo Beccaria dopo il match disputato nell’istituto penale per minorenni

Milano, 30 gennaio 2018 - «Beccaria versus Beccaria»: il liceo classico incontra sul campo i detenuti del carcere minorile.Il primo fischio d’inizio è stato dato dieci anni fa, da allora la tradizione si rinnova ed è stata inserita all’interno di un progetto che porta i liceali all’interno della realtà carceraria milanese.Una partita di calcio può abbattere i muri, la convinzione dei prof: anche quest’anno hanno chiesto agli studenti maggiorenni chi volesse scendere in campo, liberamente, e hanno raccolto la nuova squadra che questo quadrimestre rappresenterà il classico. Una quindicina di ragazzi si sta già allenando. Sa che la vera partita sarà «fuori casa»: «Lasciano tutto per quelle ore – spiega la professoressa di educazione fisica Mariateresa Gullotta –, capiscono per davvero cosa significa perdere il contatto col mondo fuori. Sul campo c’è pieno rispetto, da ambo le parti.

Lo sport è un tramite fondamentale per condividere le regole. Dopo il match c’è chi si ferma per un momento conviviale e chi è più schivo, ma c’è sempre uno scambio». Capita anche che alcuni ragazzi delle due squadre si ritrovino: giocavano nella stessa società calcistica quando erano piccini, uno dei due ha sbagliato strada, è all’altro Beccaria per scontare una pena, ma si guardano con gli occhi di allora. Il progetto continua in classe: il Beccaria ha appena riaperto le porte al «Gruppo della trasgressione». È nato attorno allo psicologo Angelo Aparo nelle carceri di San Vittore, Bollate e Opera. È composto da detenuti, ex detenuti e liberi cittadini, studenti universitari e neo laureati. Organizzano pièce teatrali e incontri nelle scuole. «Uno dei momenti più forti è la giornata con i carcerati - continua la professoressa Gullotta, responsabile del progetto –, cerchiamo di sfatare pregiudizi, ricordiamo il messaggio, la possibilità del riscatto. Ci sono studenti che in questi incontri hanno scoperto la loro strada, fanno volontariato nelle carceri, si sono iscritti a Giurisprudenza».

Francesca Zambrini, ex studentessa del Beccaria, si sta laureando alla Statale di Milano: mancano pochi esami e la tesi. «Avevo già visitato il carcere di Bollate con la mia famiglia e mi aveva colpito molto – racconta – al quarto anno di liceo ho partecipato a un incontro dentro il carcere di Opera e mi si è aperto di più un mondo. Avevo sempre tenuto in considerazione Giurisprudenza, ma quelle esperienze al liceo sicuramente mi hanno aiutato ad approfondire». Da due anni è anche volontaria allo «Sportello giuridico» di Bollate, che presta ai detenuti una prima assistenza, nei permessi, nelle visite, nella redazione di istanze. «Il Beccaria è sempre stata una scuola aperta, queste esperienze servono ai ragazzi».