Milano, 28 luglio 2022 - Dopo aver scontato tre anni e tre mesi di reclusione per abusi e maltrattamenti in famiglia, ora che la moglie-vittima è morta il coniuge percepisce la pensione di reversibilità di 900 euro e diventa uno dei suoi eredi. Succede perché la coppia non aveva divorziato ma era solo separata. Una vicenda che ha del surreale e contro cui una delle figlie, Desirèe Gullo, educatrice trentenne di Corsico, ha deciso di battersi. Su Change.org la giovane ha lanciato una petizione affinché al padre vengano tolti i diritti di successione nei confronti della moglie, morta lo scorso gennaio di Covid.
I due erano separati da una ventina d'anni e l'uomo era stato condannato per violenze contro la consorte e abusi sulle figlie. Ma non avevando mai divorziato, gli spetta la pensione di reversibilità e anche l'eredità, condivisa con le figlie, di un appartamento. La legge sulla cosiddetta 'indegnità ereditaria' si applica per omicidio e tentato omicidio, tra gli altri reati, ma i diritti alla successione vengono conservati quando si è stati condannati per reati di violenza domestica.
Nell'appello, che conta già oltre 36mila firme, la ragazza si rivolge al ministro della Giustizia Marta Cartabia, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al premier Mario Draghi: "Faccio tutto questo per una buona causa, per mia madre, perché lei ci ha insegnato a combattere e vorrei finalmente giustizia per me e per tutte le persone che si trovano in una situazione come la mia".