Detenuto suicida a San Vittore: si è strozzato in cella. “Sistema carcerario sull’orlo del collasso”

Il commentio della Uilpa, sindacato di Polizia Penitenziaria: è il 75esimo recluso che si toglie la vita dall'inizio dell'anno, una strage continua

DETENUTI

Detenuti dietro le sbarre a San Vittore

Milano – Un detenuto di 44 anni si è suicidato in una cella del carcere milanese di San Vittore, dove è stato trovato cadavere stamani, venerdì 11 ottobre. Dell'accaduto è stata informata la pm di turno di Milano Letizia Mocciaro.

"Origini pugliesi, 44 anni, in carcere per presunti reati correlati agli stupefacenti, fine pena provvisorio fissato al 2027 - spiega Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria - si è strozzato ed è stato ritrovato esanime verso le 5.30 di stamattina”. A nulla, aggiunge De Fazio, “sono valsi gli immediati tentativi di soccorso della Polizia penitenziaria e dei sanitari”. Si tratta “del 75esimo recluso che si toglie la vita dall'inizio dell'anno, in una strage continua - prosegue De Fazio - e che non trova alcun argine dal Governo”. La Procura di Milano attende i primi atti relativi a quanto accaduto e potrebbe disporre l'autopsia.

A San Vittore, chiarisce l'Uilpa, “sono stipati 1.022 detenuti a fronte di 447 posti disponibili con un sovraffollamento di oltre il 229%, sorvegliati da 580 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, distribuiti su più turni e comprendendo gli addetti agli uffici e ai servizi vari, rispetto a un fabbisogno di almeno 700, con una scopertura del 17%”. Del resto, si legge ancora in una nota, “nel Paese, con ormai 62mila reclusi presenti e meno di 47mila posti disponibili, sono oltre 15mila i detenuti in esubero e più di 18mila le unità mancanti alla Polizia penitenziaria. Carente - prosegue De Fazio - è l'assistenza sanitaria e psichiatrica, inadeguati sono gli equipaggiamenti, le strutture e le infrastrutture, molto approssimativa risulta l'organizzazione”.

Un sistema carcerario “sull'orlo del baratro, con gli operatori che dovrebbero assicurare il rispetto delle regole laddove tutte le regole sono da tempo saltate e loro stessi subiscono la negazione di diritti e prerogative persino di rango costituzionale, oltre a essere sottoposti a carichi di lavoro e turnazioni massacranti”.