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Milano, 1 giugno 2021 - Antonio Di Fazio, l’imprenditore farmaceutico 50enne in carcere con l’accusa di avere violentato una studentessa di 21 anni della Bocconi, dopo averle offerto un caffè avvelenato, resta per ora l’unico indagato. Non lo è la sorella, Maria Rosa, oncologa di fama, sospettata in un primo momento di essere complice per via delle ricette di benzodiazepine da lei firmate, che sarebbero state utilizzate da Di Fazio per comprare i farmaci utilizzati poi per avvelenare le vittime. "Le ricette risalgono a molto tempo fa ed erano per la mamma e per il papà, poi deceduto", ha spiegato la donna, precisando di essere estranea a tutto: "È improbabile che una persona accusata di un reato intimo, ammesso che lo abbia commesso, ne parli con la sorella". Per ora sono tre, delle sei sospettate di avere subito abusi, le ragazze che hanno formalizzato la denuncia davanti alla pm Alessia Menegazzo e al procuratore aggiunto Letizia Mannella.
La Procura fa sapere di essere ancora al lavoro sulle centinaia di immagini trovate nei telefoni e nei pc di Di Fazio, che ritraggono le vittime dei suoi abusi. Nei giorni scorsi è stata sentita anche la ex moglie dell’imprenditore. Ha raccontato di essere stata drogata con benzodiazepine e abusata fin dal 2009. Le sue denunce per maltrattamenti erano però state archiviate. Una testimonianza duranta dieci ore che aiuterà gli investigatori a ricostruire il quadro con più precisione: "Non potevo più vivere, mi minacciava", ha detto la donna che si è separata da lui nel 2012. Oggi il suo fascicolo è stato riaperto e sarà considerata tra le vittime.
Intanto un altro particolare emerge dall’inchiesta. Di Fazio sarebbe stato letteralmente ossessionato dalla cantante Paola Turci, tanto da aver assunto un fantomatico “addetto alla comunicazione“, che sarebbe in realtà una persona ben introdotta negli ambienti della musica, al solo scopo di provare ad avere un contatto stretto con la donna. L’episodio della cantante viene raccontato direttamente agli investigatori dal giovane che era stato ingaggiato ufficialmente per curare "la comunicazione" di Di Fazio con un compenso di 10mila euro al mese. Lui e Di Fazio si sarebbero conosciuti per caso tramite amici comuni. Il contratto però, molto ben pagato, non produce in realtà nessuno degli effetti sperati, cioè nessun rapporto, di nessun tipo fra Di Fazio e la Turci.
Lui le invia rose rosse, cento alla volta, si presenta davanti al suo camerino con un bodyguard, assunto millantando di essere il solito pezzo grosso dei servizi segreti, ma forse la Turci nemmeno si accorge dell’insistenza, né, a dire il vero, dell’esistenza di Di Fazio. Non farà mai denuncia, motivo per il quale la Procura non ritiene di convocarla.