Milano - E' stato condannato a 15 anni e sei mesi l'imprenditore farmaceutico Antonio Di Fazio, 50 anni, a processo con rito abbreviato per sei episodi di violenza sessuale ai danni di altrettante giovani donne, tra cui l'ex moglie. Lo ha deciso il giudice Anna Magelli, a seguito dell'inchiesta dell'aggiunto Letizia Mannella e del pm Alessia Menegazzo. La procura aveva chiesto una condanna a 9 anni.
Si tratta dunque di una pena molto più alta rispetto a quanto chiesto dall'accusa, tra l'altro calcolata con lo sconto di un terzo previsto per la scelta del rito abbreviato. Il gup, infatti, non ha riconosciuto la continuazione dei reati ma, essendo alcuni collocati in tempi diversi, ha emesso una condanna per gli episodi contro l'ex moglie, una per la violenza della studentessa di 21 anni e una terza condanna per gli altri episodi di stupro. Tre pene per i diversi capi di imputazione che portano la condanna per Di Fazio ben oltre gli anni chiesti dall'accusa. Stabiliti anche i risarcimenti: 98mila euro per la studentessa e 14mila per altre parti civili. Le motivazioni della sentenza, come da prassi, saranno rese note tra 90 giorni. Di Fazio dallo scorso febbraio si trova in una struttura psichiatrica ai domiciliari, con il braccialetto elettronico.
L'imprenditore, ex amministratore unico di Global Farma, era stato arrestato dai carabinieri nel maggio dello scorso anno per aver narcotizzato, violentato e fotografato una studentessa 21enne attirata nel suo appartamento, in zona corso Sempione a Milano, con la scusa di uno stage. Uno schema collaudato che il manager avrebbe attuato nei confronti di altre 4 vittime, tutte ragazze giovanissime. Le indagini, dirette dalla procura e condotte dai carabinieri, avevano poi fatto emergere una serie di violenze e maltrattamenti anche nei confronti dell'ex moglie, anche se l'accusa di tentato omicidio nei confronti dell'ex coniuge è stata riqualificata dalla procura in quella, meno grave, di lesioni.
"Certamente è una condanna alta, più di quella della richiesta da parte della procura, attendiamo le motivazioni della sentenza e faremo ricorso". Lo afferma l'avvocato Mauro Carelli che insieme alla collega Giuseppina Cimmarusti difende l'ex manager La difesa puntava alla derubricazione dei reati di violenza sessuale aggravata in quello più lieve previsto dall'articolo 613 del codice penale: per i suoi legali Di Fazio avrebbe procurato alle vittime "lo stato di incapacità mediante violenza, cioè somministrando benzodiazepine" per poi, una volta prive di sensi, fotografarle nude in posizioni oscene. Per la vicenda più grave, quella della studentessa di 21 anni, era stata proposta in aula durante l'arringa l'assoluzione dall'accusa di sequestro di persona, e il trattamento sanzionatorio al minimo della pena.