
"Tòcch de Milan"
Milano, 26 marzo 2016 - Esaurite nei numeri precedenti le indicazioni sulla fonetica delle vocali e di alcune consonanti si ritiene utile dare qualche nozione sui verbi, iniziando dall’indicativo presente degli ausiliari.
Vess (Essere):
Mì son (t) (io sono);
Tì te see (t) (tu sei);
Lù l’è (egli è);
Numm semm (noi siamo);
Vialter sii (voi siete);
Lor hinn (essi sono).
Avè (Avere):
Mì gh’hoo (io ho);
Tì te gh’hee (t) (tu hai);
Lù el gh’ha (egli ha);
Numm gh’emm (noi abbiamo); Vialter gh’avii (voi avete);
Lor gh’hann (essi hanno).
Nelle due prime persone singolari del verbo essere e nella seconda del verbo avere la «t» fra parentesi indica che la si deve mettere quando il termine che segue il verbo inizia per vocale: Mì sont andaa (io sono andato); tì te gh’heet on bell fioeu (tu hai un bel figlio). E non nei casi in cui inizia per consonante: Mì son brutt (io sono brutto); Tì te gh’hee famm (tu hai fame). Ma tutte queste regole come fanno a essere note ai più, alle persone che non coltivano quotidianamente la passione per la lingua dialettale milanese? Certo non è semplice e non rimane che approfondire attraverso la grammatica.
Molti si meraviglieranno sentendo parlare di grammatica ma per fortuna ne sono state pubblicate più d’una e da diversi autori. La grammatica rappresenta un valido contributo, non solo per chi deve apprendere ma anche in termini di codifica di norme che altrimenti risulterebbero di libero arbitrio e mai identiche, creando così disinformazione con conseguenti contrasti interpretativi. E allora lasciamoci guidare dalla rieditata grammatica del professor Claudio Beretta, che fra le altre cariche fu presidente del Circolo Filologico Milanese e dell’Accademia del Dialetto Milanese. Anche questo fa parte del nòst Milan, sicchè l’è on “Tòcch de Milan”.
di GIANFRANCO GANDINI