Milano, 27 luglio 2023 – “Quell’abbraccio mi ha davvero commosso. Il ragazzo mi ha detto “Non pensavo che qualcuno potesse salvarmi“. Poi è sceso dalla macchina ed è tornato a casa”. Diego Calcaterra, 41 anni di cui gli ultimi 15 passati al volante di un’auto bianca, è il tassista che martedì notte ha messo in fuga un gruppo di ragazzi che stavano rincorrendo un ventiseienne per rapinarlo, salvandolo dall’aggressione del branco.
La scena è stata ripresa in diretta dalla dash cam installata nell’abitacolo: il video è diventato virale sulle chat dei colleghi. Ore 3.02 del 25 luglio, siamo in piazzale Cantore angolo Papiniano, a due passi dalla Darsena. La telecamere che ne inseguono un quinto verso corso Genova: nel video, si sente anche la voce di Diego, che in quel momento sta parlando al telefono e che all’improvviso ripete “Devo intervenire, devo intervenire”.
Si è accorto subito di quello che stava succedendo in corso Genova?
“Sì, la scena era piuttosto chiara. E poi faccio il turno di notte da 15 anni: ormai ho esperienza, ne ho viste di tutti i colori, potrei scrivere un libro... Il collega che era al telefono mi diceva di stare tranquillo e di pensare ai miei due bambini, ma non potevo far finta di nulla: sono ex pugile e istruttore di boxe, non mi tiro mai indietro se bisogna aiutare qualcuno. I colleghi mi chiamano scherzosamente “Murdock il pacifista”, dal personaggio della serie tv A-Team... Così ho iniziato a seguire il gruppo e a un certo punto ho suonato più volte il clacson per mettere in fuga i rapinatori”.
E loro?
“Uno mi ha guardato dritto negli occhi, come a dire “Sei arrivato troppo presto, ci hai fregati...”. Poi sono scappati, dopo essersi calati il cappuccio della tuta sul volto. Uno di loro aveva anche un coltello con sé: lo ha nascosto dietro i pantaloni”.
E il ragazzo che stavano inseguendo?
“Ha 26 anni e stava tornando a casa dopo aver finito il turno in un ristorante della zona. Era agitatissimo, terrorizzato, come si percepisce chiaramente dal filmato: l’ho fatto salire in macchina e ho cercato di tranquillizzarlo. Siamo stati insieme per una quarantina di minuti, poi l’ho accompagnato in zona San Siro, dove abita. Mi ha ringraziato e mi ha abbracciato, dicendomi “Grazie, grazie, non pensavo che qualcuno potesse salvarmi”.
Dopo essersi rivisto e risentito, cosa ha pensato?
“Che sono stato bravo a rimanere freddo e a gestire bene la situazione: mi sono stupito di me stesso. Al di là di tutto, l’abbraccio di quel ragazzo mi ha davvero commosso. E ora che ci ripenso mi commuovo ancora...”.