Milano - ''Oggi, qui, tutti hanno cercato di tutelare sé stessi, più che Alessia. Oggi, qui, c'è stata una sfilata degli orrori''. Così Alessia Pontenani, legale difensore di Alessia Pifferi, al termine dell'udienza davanti alla Corte d'Assise di Milano dove si è tenuto il processo alla 38enne madre della bambina di 18 mesi morta di stenti la scorsa estate, accusata di omicidio volontario pluriaggravato della figlia.
''Oggi – dice l'avvocata - abbiamo assistito a una madre non sa in che scuola ha iscritto la figlia, anche se non è una cosa avvenuta 100 anni fa. Io credo che ogni madre sappia se ha iscritto la propria figlia a un liceo, a quale liceo o all'istituto alberghiero. Una madre che mandava, forse, dei soldi alla figlia, ma che non ha detto la verità sul canone di locazione che percepiva regolarmente dall'ex marito''.
Quanto alla sua assistita, ''lei non si è proprio resa conto che la bambina potesse venire a mancare. E' una cosa tragica, sembra assurda, ma è così. Lo ha detto anche al pubblico ministero, "non pensavo che potesse morire''. Finora, però, la donna ha mentito su tutti i fronti, viene fatto notare alla legale.
Che risponde: ''Si, mentiva su tutto, certo. Ma volete sapere perché, ad esempio, al compagno ha raccontato di essere una psicologa in smart working? Perché così poteva controllare il suo computer e vedere se aveva altre relazioni..''