REDAZIONE MILANO

"Dignità all’impiego a partire dagli appalti. Il Comune ci ascolti"

Il presidente di Confcooperative: qui città laboratorio

Il presidente Confcooperative Milano e Navigli Giovanni Carrara lancia un appello alla committenza «Scelte politiche e aziendali»

Il presidente Confcooperative Milano e Navigli Giovanni Carrara lancia un appello alla committenza «Scelte politiche e aziendali»

Milano può essere un laboratorio importante a livello nazionale per ridare dignità al lavoro a partire dagli appalti, pubblici e privati: serve però un’assunzione di responsabilità da parte della committenza, che finora in tanti casi privilegia il risparmio piuttosto che la qualità del lavoro. Giovanni Carrara, presidente di Confcooperative Milano e dei Navigli, guarda al futuro di una città segnata dal problema del lavoro sottopagato finito al centro di un’indagine coordinata dal pm Paolo Storari che ha portato al commissariamento della cooperativa Fema (non aderente a Confcooperative) per stipendi al di sotto della soglia di povertà in appalti di teatri e poli culturali milanesi.

Un’inchiesta preceduta da anni di denunce sindacali inascoltate. Come reagisce il mondo della cooperazione? "Milano è una città sensibile su questo tema anche per l’importanza del settore dei servizi nel tessuto economico e per il divario sempre più accentuato fra salari e costo della vita. A mio avviso esiste anche una responsabilità della committenza, pubblica e privata, che punta a ottenere servizi con il minor costo. Questo porta ad appalti al massimo ribasso, vinti dalle aziende che garantiscono il minor costo del lavoro, quando invece offrire condizioni salariali adeguate è una questione di civiltà. In questo ambito rivolgiamo anche un appello al Comune".

Quale? "Il rinnovo del Ccnl cooperative sociali ha stabilito un importante aumento delle tariffe, ma da parte di Palazzo Marino al di là delle nuove gare non c’è stato ancora un adeguamento nelle convenzioni e negli appalti già in essere. Ci piacerebbe avere più attenzione, perché l’allocazione delle risorse è frutto di scelte politiche. Poi c’è un altro problema da segnalare: abbiamo firmato un protocollo con la Prefettura sulla logistica, ma non ha partecipato la grande distribuzione organizzata. Si tratta di una mancanza di attenzione su un tema trasversale, che riguarda pubblico e privato".

Quanto influisce, questo contesto, sulla sicurezza sul lavoro? "È ovvio che quando le condizioni di lavoro sono critiche e le risorse scarse aumentano i rischi. Migliorare le condizioni degli appalti, con l’applicazione del Ccnl sottoscritti della principali organizzazioni sindacali, avrebbe anche effetti positivi sulla sicurezza. Se per il pubblico si tratta di scelte politiche, le aziende private dovrebbero rinunciare a una parte dei profitti per dare dignità al lavoro".

Quale leva si potrebbe sfruttare? "Si potrebbe usare la leva fiscale, il consenso sociale intorno all’operato di un’impresa. Ci sono iniziative interessanti come quella al centro del referendum Cisl per offrire ai dipendenti forme di compartecipazione alla governance di un’impresa. Milano potrebbe essere un laboratorio importante, anche nella cornice del Patto per il lavoro firmato con il Comune".

Andrea Gianni