
Il complesso abitativo Hidden Gardens in piazza Aspromonte (Canella)
Milano, 29 aprile 2025 – L’onda lunga delle inchieste sull’urbanistica a Milano, con decine di progetti bloccati e una serie di fascicoli aperti su interventi edificatori più o meno importanti in città, si abbatte sulla commissione Paesaggio. Un organismo comunale, questo, di cui ha fatto parte – ne era il vicepresidente – Giovanni Oggioni, il dirigente comunale arrestato nel marzo scorso con l’accusa di essere a capo di un sistema che decideva vita e morte dei diversi piani urbanistici milanesi.
Oggi, a quasi due mesi da quell’arresto (e da una serie di altri provvedimenti compreso uno, più recente, che riguarda alcuni componenti “sopravvissuti” al repulisti dello scorso dicembre), hanno rassegnato le loro dimissioni al sindaco di Milano Giuseppe Sala e all'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi il presidente della commissione Alessandro Ubertazzi e altri tre componenti della stessa, gli architetti Giuseppe Marinoni, Giacomo Cristoforo De Amicis e l'ingegnere Dario Vanetti.
A quanto si apprende la comunicazione è arrivata nel pomeriggio con una email.
L’addio
Le dimissioni arrivano dopo le indagini a loro carico avviate pochi giorni fa dalla procura milanese, nell'ambito delle inchieste sull'urbanistica e su presunti abusi edilizi. I quattro sarebbero coinvolti negli accertamenti riguardanti il progetto per la realizzazione di un palazzo di sette piani in piazza Aspromonte, intervento che – per altro – rappresenta il primo capitolo scritto dai pm nel lungo libro riguardante l’urbanistica milanese.
Lo scorso dicembre la commissione Paesaggio era stata rinnovata nei membri e nel regolamento per garantire più trasparenza anche dopo le inchieste ma Ubertazzi, Marinoni, De Amicis e Vanetti erano stati riconfermati.
Il testo
"Ringraziando per la stima accordata e per l'opportunità che ci è stata data di contribuire alla qualità del paesaggio della nostra città - si legge nella comunicazione di dimissioni - , in seguito alle contestazioni che ci sono state mosse dalla Procura milanese riteniamo di dover rassegnare le nostre dimissioni dalla commissione per il paesaggio. Quanto sopra non solo per meglio esercitare il nostro diritto alla difesa in tutte le sedi opportune ma anche a tutela della nostra onorabilità personale e professionale".
I componenti dimissionari, a quanto si apprende, esprimono profondo rammarico e delusione per non aver completato il percorso di trasparenza avviato con l'insediamento della nuova commissione, avvenuto lo scorso gennaio, volto a introdurre sempre maggiore chiarezza nell'esame dei progetti.