Milano, 22 gennaio 2025 – C’è chi dice no, si potrebbe dire prendendo in prestito il titolo di una hit di Vasco Rossi. In questa vicenda di passeur che lucravano sulla pelle dei disperati e di autisti di pullman che prendevano soldi per girarsi dall’altra parte, c’è pure chi ha deciso di rifiutare le offerte dei trafficanti: il 7 aprile 2023, ad esempio, un addetto alle verifiche pre-imbarco su un Flixbus in partenza per Amsterdam è stato minacciato dal cinquantaquattrenne congolese Kuedi Andre Solomoni (uno dei sette arrestati nel blitz della polizia locale) dopo aver fermato un migrante senza documenti né ticket di viaggio; quando il ragazzo ha chiamato la polizia, l’altro gli ha strappato il telefono ed è scappato.
L’impegno
E poi c’è la storia non comune di una dipendente della ditta Morandi, che copriva coi suoi mezzi le tratte internazionali per conto di BlaBlaCar. Lei ha fatto di più, mostrando uno straordinario senso del dovere: si è improvvisata detective per smascherare lo stratagemma che permetteva ai “facilitatori” di far salire a bordo gli invisibili.
Dopo un viaggio interrotto a metà dalla polizia di Bardonecchia nell’ottobre del 2022, la donna si è insospettita: “Siccome non capivo come potesse accadere che le persone salissero senza documento e/o senza titolo di viaggio, nonostante tutte le mie raccomandazioni, mi sono travestita (versioni diverse ogni sera) e per 15 sere consecutive mi sono fatta accompagnare a Lampugnano con tanto di bagaglio al seguito fingendomi una qualunque... nemmeno i miei autisti mi hanno riconosciuta... certo poi tornavo a casa in uno stato pietoso... tra il trucco e il freddo che ho preso... l’ultima sera sono tornata a casa con la febbre e una polmonite come regalo...”, la testimonianza valorizzata nell’ordinanza.
Gli stratagemmi
“Una sera ho visto Paolo (uno dei conducenti indagati, ndr) andare nel baretto dietro alla biglietteria e prendere tre persone di colore (prive di bagaglio) e caricarle sul bus, facendole salire dalla porta davanti mentre l’altro collega era impegnato a disporre le valigie nei bauli”.
A quel punto, “sono tornata alla macchina... mi sono cambiata velocemente e sono partita dietro al pullman: al cambio autista qui fuori dalla ditta, ho chiesto al collega che doveva mettersi alla guida con Paolo di rifare il check-in davanti a me a porte chiuse... e infatti quelle tre persone erano a bordo sedute in fondo nell’ultima fila... le ho prese, le ho fatte scendere e le ho accompagnate alla fermata del bus di città... poi ho sclerato con Paolo, che ovviamente negava tutto”.
A seguito di quell’episodio, la ditta ha inviato al diretto interessato una lettera di contestazione disciplinare, sospendendolo per tre giorni: “Ma io sono certa – ha chiosato la dipendente – che lui ha continuato a farlo, perché gli autisti mi raccontano che a volte vengono avvicinati da persone di colore che chiedono se c’è Paolo, quindi... è una brutta persona”.