REDAZIONE MILANO

Parte “Sei la mia città”, la campagna per il diritto alla residenza a Milano

Appello a sindaco e giunta per una deroga all’articolo 5 della Legge Renzi-Lupi affinché possa avere la residenza anche chi, non volendolo, vive in situazioni di irregolarità abitativa

Una sede dell'Anagrafe milanese

Una sede dell'Anagrafe milanese

Milano, 6 marzo 2025 – Da ActionAid Italia ad Arci Milano, da Emergency ai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Sono ottanta le organizzazioni milanesi che promuovono “Sei la mia città”, una campagna sul diritto alla residenza a Milano. La campagna contiene un appello al sindaco Giuseppe Sala e alla sua giunta per chiedere una deroga all'articolo 5 della Legge Renzi-Lupi, che “ha condannato alla precarietà una vasta platea di abitanti”.

Tra gli aderenti alla campagna sindacati del lavoro, sindacati inquilini, comitati di quartiere, reti cittadine, cooperative, ong, organizzazioni studentesche, spazi sociali, associazioni civiche, collettivi. A Roma, Palermo e Torino sono state già approvate deroghe all’articolo 5 della legge Renzi-Lupi e le realtà sociali milanesi pensano sia giunto il momento che anche l’amministrazione comunale di Milano orienti le proprie politiche a una maggiore giustizia sociale, per una città più inclusiva, accessibile e accogliente. “Riteniamo che sia arrivato il momento di riconoscere l’iscrizione anagrafica a tutte le persone che abitano stabilmente a Milano, a cui spetta la residenza ordinaria, come previsto dalla Costituzione Italiana. È necessario altresì mantenere, per tutte quelle persone che si trovino effettivamente “senza fissa dimora”, la residenza fittizia per garantire loro, in tempi celeri, tutti i diritti previsti dalla procedura”, affermano i promotori.

La lettera a sindaco e Giunta

Si legge, tra le altre cose, nella lettera appello al Comune: “L’assenza di iscrizione anagrafica infatti impedisce o per lo meno ostacola l’iscrizione al sistema sanitario nazionale (SSN) e ai centri per l’impiego, il diritto alla previdenza sociale, la partecipazione ai bandi per l’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare, il diritto all’assistenza sociale, la richiesta di patrocinio a spese dello stato, il diritto all’elettorato attivo, l'accesso ai servizi territoriali pubblici e privati di welfare. Inoltre, per le persone straniere che vivono in città, che non hanno la residenza o sono iscritte come senza dimora, si registra l’impossibilità o la difficoltà di conseguire il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno.

Dal nostro osservatorio privilegiato, verifichiamo come a Milano ci siano persone, che, a causa di sopravvenute difficoltà economiche e/o di discriminazioni nell'accesso al mercato immobiliare regolare, sono costrette o indotte (non per scelta) a vivere in contesti abitativi informali o con modalità illegittimamente ritenute non idonee ai fini della registrazione anagrafica: si pensi a chi vive con affitti a nero, con contratti non formalizzati o non registrati, in subaffitto, in alloggi non abitabili o non accatastati come abitazioni (soffitte, garage, magazzini), a chi vive ospite di conoscenti e a chi vive in occupazioni abitative”.

La campagna

La campagna “Sei la mia città” racconterà nei prossimi mesi il peso che hanno i diritti negati, attraverso la voce e i volti di persone che abitano a Milano, con un nome e un cognome, una storia, persone che possiamo incontrare tutti i giorni per strada, sui mezzi pubblici, al lavoro, a scuola. “Attraverso la campagna vogliamo aprire un dialogo costruttivo e proficuo con le istituzioni locali, per affermare con forza l’idea di una città solidale, insieme a un principio basilare a noi caro: l’inclusione e la coesione sociale passano necessariamente dal riconoscimento dei diritti sociali e civili e non da forme repressive o discriminatorie”, affermano ancora.

“Sei la mia città” nasce come declinazione locale di una campagna promossa dal Social Forum dell’Abitare, la rete nazionale del diritto alla casa, e sull’impulso di ONG e associazioni del territorio che hanno coordinato e stimolato il superamento del quadro normativo sulla residenza, insieme ad Enrico Gargiulo, uno dei massimi esperti del tema, professore dell’Università degli Studi di Bologna, che ha coadiuvato nella stesura dell’appello.