SIMONA BALLATORE
Cronaca

Disturbi dell’apprendimento o problemi alla vista? Uno studio svela: troppe diagnosi sbagliate

L’esperto: "La legge non impone i controlli al canale visivo. Si rischiano percorsi inefficaci a scuola"

Milano – Lievitano le certificazioni di dislessia, disgrafia, discalculia, dalle primarie all’università. "Ma questi numeri potrebbero non essere corretti o nascondere un’alterazione del canale visivo, spesso ignorata, che influisce sull’apprendimento", sottolinea Idor de Simone, ricercatore di Scienze Visive e ottico optometrista agli Istituti clinici scientifici Maugeri. Master in Neuroscienze Cliniche, insegna Visione e Apprendimento e Disfunzioni della visione anche all’Università Cattolica.

Di che numeri parliamo?

"Con l’ufficio scolastico di Milano abbiamo dato il via a una ricerca, ’Ci vediamo a scuola’, tuttora in corso. Avevamo cominciato nel 2017, con l’allora provveditore Marco Bussetti, che mi chiamò per l’aumento di Dsa. Da ex atleta, aveva capito potesse esserci un nesso con la coordinazione oculo-manuale. Lo screening è proseguito con il provveditore Yuri Coppi. Su tremila studenti di 12 scuole di ogni ordine e grado raggiunti, più del 65% presenta difetti visivi. Una percentuale che post-lockdown sale a oltre il 73%".

Dopo didattica a distanza e sport congelati.

"Ci dimostra come l’aumento e un uso non consapevole dei device possa influire su un sistema visivo non completamente sviluppato. Se ci focalizziamo poi su chi presenta disturbi dell’apprendimento notiamo una lacuna".

Ovvero?

"Oltre il 60% degli studenti Dsa coinvolti nel nostro studio presenta alterazioni del canale sensoriale visivo: tale alterazione potrebbe essere una concausa dei disturbi dell’apprendimento, quindi ci si potrebbe imbattere in studenti con una certificazione “inquinata” da un canale visivo e sensoriale non corretto. La presenza di difetti visivi dà come conseguenza una visione sfuocata o distorta. C’è chi vede dieci/decimi ma ha deficit di convergenza. Ci siamo accorti anche che la maggior parte degli studenti etichettati come iperattivi presentano strabismi non compensati: dopo 5-15 minuti di sforzo visivo, per mantenere l’attenzione nell’attività didattica, devono distrarsi, muoversi".

Non vengono fatti controlli specifici alla vista prima della diagnosi?

"È questo il punto. E la lacuna di cui parlavamo: la legge 170 del 2010, di riferimento per i disturbi specifici dell’apprendimento, consiglia ma non obbliga la valutazione del canale sensoriale visivo. Un vuoto che va colmato".

Anche per evitare una iper-medicalizzazione della scuola e percorsi non efficaci.

"Le famiglie si trovano spesso in seconda elementare nel vortice di un percorso che porterà alla certificazione. Parliamo di bambini di 7 anni, nativi digitali, che probabilmente da un paio d’anni utilizzano dispositivi digitali. A quell’età il sistema visivo non è ancora giunto a maturazione: è come mandarli in palestra a sollevare 100 chili senza avere la muscolatura per farlo. Quello che 20-30 anni fa riscontravamo nei giovani e negli adulti, ora si nota alle primarie con l’aggiunta dei disturbi oculo-motori. Alla stessa età a scuola si inizia a leggere e scrivere...".

E spuntano le prime fatiche.

"Anche perché ormai si è consolidata una forma mentis tale per cui davanti alle manifestazioni di fatica in ambito didattico si pensa subito ai disturbi dell’apprendimento e non alla possibilità di un disturbo del sistema visivo. Si danno strumenti compensativi, pc, addio corsivo e si abbassa l’asticella. Dobbiamo riabilitare per rialzare l’asticella. Per aiutare i nostri ragazzi".

In tutto questo manca la figura del medico scolastico, che valutava questi aspetti...

"Servirebbe una maggiore sensibilizzazione anche del corpo docenti. Con l’Università Cattolica è stata introdotta la materia Visione e apprendimento per le nuove generazioni di insegnanti. Una sensibilizzazione che va allargata a medici di base, pediatri. Non basta la classica visita oculistica: bisogna valutare se gli occhi si muovono in maniera congiunta e coordinata".

Che si fa quando si scoprono questi difetti?

"È importante correggere i difetti visivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo) attraverso l’uso di occhiali. Per i disturbi oculo-motori è possibile la riabilitazione: ci sono percorsi di ginnastica visiva, è come andare in palestra. È altrettanto importante praticare sport, come il basket. Uno studente Dsa non corretto o non riabilitato nei suoi canali sensoriali potrebbe essere sottoposto a un percorso non efficace, con quello che ne consegue: c’è chi alza bandiera bianca, nello studio come sul lavoro".