MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Divieto di fumo a Milano: cosa ne pensano i tabagisti (e anche chi non tocca sigarette)

Primo giorno con il nuovo regolamento in vigore: in molti non sono a conoscenza della normativa varata da Palazzo Marino

Stop alle sigarette all’aperto, a meno che non ci si trovi a distanza di 10 metri da un qualsiasi altro essere umano

Stop alle sigarette all’aperto, a meno che non ci si trovi a distanza di 10 metri da un qualsiasi altro essere umano

Milano, 2 gennaio 2025 – Primo gennaio. Ai piedi della Madonnina, in piazza Duomo, tra i palloncini dei bambini a spasso nella mattinata di Capodanno si solleva in aria anche qualche – sparuta – nuvola di fumo. Alla domanda diretta, volta a scoprire se il trasgressore sia consapevole o meno del nuovo regolamento, i fumatori scrollano tutti le spalle. “Non ne avevo idea”. E spengono la sigaretta. Che sia la verità, non è dato saperlo.

Ma è auspicabile che il gesto di spegnere la propria “bionda“ tra la folla, anzi di evitare proprio di accenderla, diventi a poco a poco un’abitudine. Non solo per il timore di essere multati – perché sono previste sanzioni da 40 a 240 euro –. Questo è il senso della norma che da ieri estende il divieto di fumo a Milano a tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico all’aperto, incluse strade e dehor, ad eccezione dei punti isolati in cui è possibile rispettare la distanza di 10 metri da altre persone. Si tratta principalmente di un’azione di sensibilizzazione per scoraggiare stili di vita dannosi per la salute di tutti.

Le reazioni

Tra gli “ignari” ci sono soprattutto turisti. Qualcuno si mette a fumare tabacco tra la Galleria Vittorio Emanuele II e piazza Scala come se nulla fosse. A pochi metri dall’ingresso di Palazzo Marino e incurante dei continui passaggi dei ghisa. A meno che ostentarlo non sia voluto, è evidente che non sia al corrente del cambiamento.

Come Giulia Androne e Davide Cammarosano, a Milano dal Piemonte per trascorrere qualche giorno di relax. Fumano comunque in un angolo, attenti a non dare fastidio ai non tabagisti.

“Io – comincia Androne, una volta appreso del divieto – penso che sia giusto vietare la sigaretta nei luoghi pubblici, anche all’aperto. Perché chi non fuma non deve subire il fumo passivo. Quanto al cammino per arrivare a una ‘città libera dalle sigarette’, secondo me sarà lungo, perché non tutti i fumatori sono uguali. Io per esempio posso stare ore senza sentire la mancanza della sigaretta ma altri no”.

Cammarosano riflette sul fatto che “se in una cittadina come quella in cui vivo, in Piemonte (con poco più di 30mila abitanti, ndr) sarebbe relativamente semplice rispettare un divieto del genere, perché è raro camminare tra la folla, in città come Milano non è così, perché è difficile stare a distanza. Praticamente sarà impossibile o quasi fumare”.

A meno che non si utilizzino sigarette elettroniche, che invece sono consentite. “Sono sollevata, perché io pensavo fossero comprese”, evidenzia Domenica Vocaj, milanese, fumatrice di sigaretta elettronica.

La questione folla

Anche lei si dice favorevole al provvedimento “perché penso a chi non fuma e non vuole esporsi al fumo passivo. Anche l’odore della sigaretta elettronica infastidisce: io non me ne accorgo, mentre la fumo. Ma sento quelle altrui. Non è bello. Ben venga anche l’estensione ai dehor dei ristoranti: pregusto il momento in cui potrò gustarmi una cena all’aperto senza qualcuno che fumi di fianco. La trovo una mancanza di rispetto, accendersi una sigaretta tra i tavolini mentre si mangia o si sorseggia un caffè”.

Diversi milanesi, pur dichiarandosi “contro il fumo passivo”, dicono che “sarà impossibile rispettare i 10 metri in una città affollata come Milano”. Eleonora Zaniboni, che lavora in un’attività commerciale della stazione Centrale, prima di iniziare il turno cerca un punto lontano dal passaggio di pedoni per concedersi una boccata di fumo. Difficile, in un posto così di passaggio. “Io sto cercando di smettere di fumare”, rivela. “Questa norma penso sia giustissima ma sono perplessa sulla possibilità di metterla in pratica nella realtà. È difficile applicarla, ci vorrà tempo. Già adesso è vietato fumare alle fermate dei mezzi pubblici, eppure tanti non si fanno problemi ad accendersi la sigaretta. Io me li faccio. Io penso che dovrebbe prevalere il buon senso”.