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Caso dj Fabo, Governo si costituisce davanti alla Corte costituzionale

Nel procedimento sollevato dalla Corte di Assise di Milano nell'ambito del processo a Marco Cappato per la morte di Fabiano Antoniani

Dj Fabo (Ansa)

Milano, 3 aprile 2018 - Il Governo aveva tempo fino al 3 aprile per decidere di costituire l'avvocatura dello Stato nell'incidente di costituzionalità sollevato dalla Corte d'Assise di Milano nel processo a carico di Marco Cappato per la morte del 40enne milanese Fabiano Antoniani, noto come dj Fabo. Oggi la decisione: il Governo, in Corte Costituzionale, difenderà il divieto del codice penale che norma il reato di cui è imputato Cappato. Lo ha reso noto il vice presidente dell'associazione Luca Coscioni Filomena Gallo. I giudici lo scorso febbraio, al termine del processo a Cappato, avevano deciso di trasmettere gli atti alla Consulta per valutare la legittimità costituzionale del reato di aiuto al suicidio contestato all'esponente dei Radicali. 

"Prendo atto della decisione - commenta Filomena Gallo -. La scelta del Governo è, oltre che del tutto legittima, anche pienamente politica, visto che l'Esecutivo avrebbe potuto altrettanto legittimamente agire in senso opposto e raccogliere l'appello lanciato da giuristi come Paolo Veronesi, Emilio Dolcini, Nerina Boschiero, Ernesto Bettinelli e sottoscritto da 15mila cittadini, che chiedevano al Governo italiano di non intervenire a difesa della costituzionalità di quel reato, e dunque di non dare mandato all'Avvocatura di Stato di costituirsi in tale procedimento". Per quanto riguarda Marco Cappato, prosegue la legale, "il nostro obiettivo non cambia: vogliamo far prevalere, contro la lettera del codice penale del 1930, i principi di libertà e autodeterminazione". Per Mina Welby la decisione del Governo rappresenta "un grave passo indietro dell'Italia sul fronte dei diritti. Una persona che si trova nelle stesse condizioni di Dj Fabo ha diritto di chiedere di andarsene. Per questo l'articolo 580 del codice penale oggi e in questi determinati casi non ha più senso di esistere".  Fabo.

L'incostituzionalità era stata eccepita, in subordine alla richiesta di assoluzione di Cappato, sia dalla Procura sia dalla difesa nel corso del processo che si è celebrato a Milano nei confronti di Cappato, imputato perché nel febbraio dell'anno scorso aveva accompagnato in macchina Fabo, cieco e tetraplegico in seguito a un incidente, in una clinica in Svizzera dove morì con la pratica del suicidio assistito. I giudici della Corte d'Assise, al termine del dibattimento, hanno accolto l'istanza dei pm e dei legali dell'esponente radicale e disposto la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale per valutare se la norma sia costituzionale o meno. Secondo quanto si apprende da fonti del ministero della Giustizia, la decisione del governo di costituirsi in giudizio sarebbe necessaria perché, secondo il Governo, è possibile un'interpretazione della norma che sia rispettosa dei principi costituzionali, che il tribunale di Milano ha ritenuto messi in discussione. La dichiarazione di incostituzionalità della norma potrebbe lasciare impunite condotte che nulla hanno a che fare con la tematica del rispetto delle volontà dei malati terminali.