LAURA LANA
Cronaca

Donne e rischio cardiaco. "Serve prevenzione su misura"

Donne e salute del cuore: non tutte sono informate sui potenziali rischi e sull’importanza della prevenzione. Da qui la...

Donne e salute del cuore: non tutte sono informate sui potenziali rischi e sull’importanza della prevenzione. Da qui la necessità di promuovere campagne di sensibilizzazione diversificate a seconda di età, contesto sociale e livello d’istruzione. È quanto emerge da un’indagine condotta dal gruppo ospedaliero San Donato su un campione di oltre 3.500 lombarde. Il sondaggio, dal titolo “A call for women“, si è sviluppato sotto la regia della dottoressa Serenella Castelvecchio (nella foto) responsabile del programma di prevenzione cardiovascolare e medicina di genere del Policlinico San Donato, che da anni si batte per promuovere la prevenzione cardiovascolare al femminile. Appena pubblicato sull’European journal of preventive cardiology, lo studio si è focalizzato sulla Lombardia, un’area geografica con caratteristiche demografiche ed economiche uniche, quali l’elevato numero di abitanti, la vasta rete di strutture scolastiche e universitarie, il più alto prodotto interno lordo regionale.

L’indagine ha coinvolto 3.537 donne, con un’età media di 48 anni, generalmente caratterizzate da abitudini alimentari poco salutari e scarsa propensione all’attività fisica, ma basso consumo di alcol e tabacco. La consapevolezza è stata indagata chiedendo quale fosse la principale causa di morte nella popolazione femminile tra malattie cardiovascolari, tumori, violenza e altro: complessivamente, poco più del 35% ha indicato le malattie cardiovascolari come prima causa, mentre circa il 42% ha attribuito – erroneamente – questo primato ai tumori. Nel complesso, la maggioranza delle donne interpellate, ossia il 64,4%, non ha un’adeguata coscienza del rischio cardiovascolare. Tuttavia, a seconda dell’età, del grado d’istruzione e della professione, le intervistate hanno evidenziato stili di vita e quadri socio-sanitari molto differenti. Da questi aspetti si dovrà dunque partire, per supportare campagne di educazione diversificate, che raggiungano tutte le fasce di età nei diversi ambiti sociali, culturali e lavorativi. "I dati mostrano che la prevenzione al femminile deve diventare personalizzata, modulata sull’età, sul contesto socioeconomico e sul vissuto clinico delle donne – rimarca Serenella Castelvecchio –. Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte a livello mondiale. Nell’Unione europea, sono responsabili del 54% dei decessi nel genere femminile e del 43% in quello maschile, percentuali che in Italia si assestano al 37.7% per le donne e 31.7% per gli uomini. Per affrontare questa emergenza serve un nuovo approccio, su misura".

Alessandra Zanardi