
Angela Sansone, esperta marketing di Milano, ha festeggiato i suoi 40 anni a Bali
Milano – Viaggiare da soli non è più un tabù. In effetti non lo è mai stato. Guardando alle spedizioni esplorative dei secoli passati si tratta di un’esigenza personale che va a braccetto con la necessità di estendere i confini del mondo conosciuto. A ben vedere le motivazioni non sono cambiate poi così tanto nel corso degli anni. Ciò che è mutata, al contrario, è la tipologia di “travellers” che con in spalle uno zaino, una buona dose di consapevolezza e di praticità – qualità che non devono mai mancare – decidono di imbarcarsi per una nuova avventura.
Lo studio di British Airways
A scegliere di partire verso mete esotiche con al proprio fianco solo una valigia come fedele compagna, sono sempre più donne. Un fenomeno in rapida ascesa negli ultimi due anni, era Covid e post pandemia, che è sotto la lente d’ingrandimento dei maggiori tour operator mondiali e che sta creando una vero e proprio trend da sottoporre all’analisi di sociologi e istituti di statistica. A indagarlo per primo è stato l’osservatorio della British Airways, compagnia aerea inglese, che in uno studio pubblicato poco tempo fa – BA Global Solo Travel Study – ha certificato una tendenza, quella del viaggiare in solitaria, che coinvolge tutti i paesi del mondo e che vede l’Italia tra i primi posti.
Le donne italiane
Un dato che fa discutere, considerando che il Bel Paese sia per storia personale che per geografia e cultura non è mai stato una delle nazioni con più alto tasso di turiste in uscita verso altri Paesi per viaggi di piacere, relax o avventura. L’intervista ha coinvolto quasi 9.000 uomini e donne di età compresa tra 18 e 64 anni in Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, India, Germania, Italia, Brasile e Cina ed ha permesso di rilevare che in Italia oltre il 63% delle donne ha fatto una vacanza da sola nella vita, mentre il 73% delle donne sta pianificando un viaggio da sola nei prossimi anni. Non sono necessariamente single, non cercano necessariamente l’amore o lo svago. Spesso sono donne autonome, con una buona indipendenza economica, a volte sposate e con famiglia, che vogliono concedersi una vacanza regalo.
Le motivazioni
Sfruttare un particolare periodo dell’anno, dove nessuno potrebbe accompagnarle per un motivo o per l’altro in luoghi sperduti, per partire alla volta dell’ignoto e soddisfare un desiderio che altrimenti rimarrebbe inascoltato per chissà quanti anni. Una delle motivazioni più ricorrenti è proprio la più banale: "Voglio vedere di più del mondo e non voglio aspettare gli altri". Detto fatto. Matteo Ciccalè Travel Partnership Director di Scalapay ha riconosciuto un cambiamento nel modo di viaggiare: "I viaggiatori individuali stanno trovando sempre più offerta dedicata dal turismo organizzato, viaggiano più frequentemente e mentre attualmente la fascia di età con maggiore penetrazione è quella sotto i 35 anni, quella con maggiore crescita è sopra i 35 con incidenza rilevante anche sopra 45 anni".
Tra le modalità richieste, soprattutto per coloro che non hanno esperienze significative nei viaggi all’estero, compare l’opzione del tour organizzato. Una statistica che riguarda in particolar modo gli over 55 mentre i giovani si dimostrano propensi ai viaggi senza accompagnatore, ispirati dai tanti “travel blogger”. "Questa tipologia di tour è sempre più richiesta e Gattinoni ha una serie di proposte per chi vuole viaggiare solo: si tratta di esperienze per scoprire mete nuove e creare un gruppo con esigenze simili" ha spiegato Isabella Maggi Direttore Marketing e Comunicazione Gruppo Gattinoni con sede a Milano.
Parola alle viaggiatrici
Non esiste un identikit della viaggiatrice moderna. Ciò che emergono sono però dei requisiti che condividono tutte coloro che di propria sponte scelgono di partire per un viaggio in solitaria. Flessibilità di orari, possibilità di smart working e una spiccata attitudine a relazionarsi ovunque e in qualsiasi situazione. Perché l’adattamento non conosce genere, al di là di battute facili, clichè e luoghi comuni, di cui è stracolma la sensibilità popolare.
Valeria Paolini
Valeria Paolini, 38 anni, ha sempre viaggiato fin da quando ne ha memoria "A farsi scrupoli e remore erano i miei famigliari e mio fratello che mi imploravano di farmi accompagnare da qualcuno nelle mie avventure, ma io non ho mai avuto la percezione del pericolo. E lo dico senza arroganza perché ho visitato centinaia di luoghi sempre in maniera accorta, informandomi prima e stando attenta ad ogni dettaglio”.
Durante l’anno lavora a Milano come consulente in una famosa agenzia di viaggi e proprio quest’estate ha deciso di mettere a servizio delle nuove leve tutta l’esperienza accumulata. "Ho coordinato un viaggio in Sri Lanka e sono rimasta stupita dal mio gruppo: eravamo in sedici persone, di cui quattordici donne. Confrontandomi anche con gli altri coordinatori abbiamo notato una tendenza comune in tutti i gruppi che si erano formati. Proprio l’altra mattina leggevo una dichiarazione di Victoria Cabello ‘Viaggiare da sole non è da sfigate, io lo faccio spesso. Mandate al diavolo la paura’. Concordo al 100%”.
La passione per l’avventura era iniziata ben prima dell’avvento della pandemia e della radicale trasformazione nel modo di vivere sfera privata e professionale per milioni di persone. "Nel 2019, dopo essermi lasciata con il fidanzato, sono partita per un safari in Kenya da sola. Era un sogno che avevo in testa da tempo e mi mancava il coraggio di inseguirlo. È stata la cosa migliore che mi poteva succedere”. Arrivata nel continente nero ha esplorato l’entroterra con una guida turistica e dopo qualche giorno ha raggiunto un’amica in vacanza in un nota località balneare. “L’aspetto più bello? Le amicizie casuali che si stringono lungo il percorso”.
Angela Sansone
E poi c’è chi come Angela Sansone, professionista in ambito marketing da anni trasferitasi nel capoluogo, ha deciso di partire senza un vero e proprio itinerario, lasciandosi guidare dall’istinto e dalle indicazioni dei residenti. “A febbraio sono stata un mese in Marocco mentre a maggio, per i miei 40 anni, mi sono regalata un mese a Bali. Sono partita senza troppo piani: in questo modo posso immergermi nella vita locale senza la pretesa di ottimizzare i tempi per visitare più luoghi possibili, come succede partecipando ai tour organizzati. Viaggiando in solitudine ho anche cambiato la mia prospettiva, scoprendo che non si è mai davvero soli anche dall’altra parte del mondo. Alla sera mi capitava di lavorare al pc con persone che seguivano il fuso europeo proprio come me”. Nasce tutto da un semplice “Ciao, come stai?” e poi, se sei fortunato, ti ritrovi in un ostello di lusso con piscina e vista mozzafiato dove l’unico “deterrente” è dover condividere una stanza con perfetti sconosciuti. Poteva andare anche peggio.