
FOLLIE Troppi culturisti abusano di anabolizzanti
Milano, 3 giugno 2017 - Seicentomila fiale di anabolizzanti. Sessantamila di nandrolone. Due milioni e settecentomila compresse varie, dal viagra agli psicofarmaci. Li hanno sequestrati in meno di sei anni i carabinieri del Nas di Milano collaborando con l’Agenzia delle Dogane. Viaggiavano dentro pacchi e plichi spediti a oltre 2.300 privati cittadini, che sono stati denunciati per reati come importazione e commercio di farmaci privi di Aic (l’autorizzazione all’immissione in commercio dell’Agenzia del farmaco), importazione e commercio illecito di medicinali veterinari, contrabbando e ricettazione di specialità medicinali. Perquisizioni e indagini hanno svelato che alcuni li spacciavano, anche nei sex shop.
Ecco il peso del doping a Milano. Un mercato nero parallelo alla droga, perché l’uso illegale di sostanze somministrabili lecitamente solo sotto controllo medico e a determinate condizioni ha tracimato dallo sport professionistico «e si è esteso all’attività dilettantistica. Purtroppo se ne vede un certo uso anche nelle attività amatoriali», spiega il maggiore Salvatore Pignatelli, 45 anni, che dal settembre del 2015 comanda il Nucleo antisofisticazione e sanità dei carabinieri di Milano. Il Nas è l’unica forza di polizia deputata e delegata all’antidoping: gli ispettori partecipano ai controlli insieme ai medici, sia nelle manifestazioni professionistiche che in quelle dilettantistiche. Il metodo non cambia molto. In borghese, si muovono anche in base a informazioni confidenziali. Partite di calcio, gare di ciclismo, sollevamento pesi e body building, anche di crossfit. Nel 2016 i Nas di Milano hanno controllato 60 atleti e ne hanno trovati due positivi. Quest’anno, già 70 controlli e tre casi di doping.
Ma gira, il doping, anche nelle palestre «dove istruttori senza scrupoli lo propinano anche ad adolescenti, o a clienti che vogliono raggiungere rapidamente risultati visibili con poco sforzo. Magari cominciano con gli integratori, poi introducono altre sostanze. E c’è chi va poi a cercarle su internet, arriva a spacciarle a sua volta». L’approvvigionamento postale «è se possibile più rischioso: si tratta di prodotti che arrivano dall’estero, non tracciabili né controllabili. Non si sa davvero quello che c’è dentro, possono essere dannosi per la salute». Posto che, se presi al di fuori di specifici protocolli clinici, e in sovradosaggio, per gonfiarsi i muscoli, sono già dannosi il nandrolone, gli steroidi anabolizzanti, l’ormone della crescita. «L’Epo, usata nel ciclismo e in altri sport di resistenza per prolungare lo sforzo - spiega il maggiore Pignatelli -. Anche i diuretici consumati in quantità eccessiva possono essere considerati doping, perché riducono drasticamente il peso per agevolare certe prestazioni». E se un professionista, quando viene scoperto, dal punto di vista penale risponde di frode sportiva, anche per l’amatore, chiarisce il comandante del Nas, «il mero utilizzo è un reato». Non vale insomma il «consumo personale», come per un tossicodipendente.
Ma le cosneguenze peggiori, insiste il maggiore, non sono penali. «L’effetto sul fisico è disastroso. Si arriva a una vera schiavitù dei farmaci, anche perché è necessario assumerne altri per smaltire queste sostanze. E mentre uno sportivo», quando bara, «è seguito da un’équipe medica, l’amatore si affida al fai da te senza alcun controllo. Questo può portare a esiti drammatici, anche perché le sostanze danno assuefazione psicologica, oltre che fisica». Gli effetti collaterali spaziano da problemi cardiovascolari che possono provocare ictus e infarti anche in persone giovani, ai carcinomi ai reni e al fegato, a lungo termine. «In certi casi è tale il pregiudizio che il fisico “impazzisce”». Così montagne di muscoli finiscono a far dentro e fuori dagli ospedali. E qualcuno non fa in tempo a fermarsi, come un bodybuilder più volte risultato positivo ai controlli dei Nas: è morto prima di compiere 49 anni.