di Laura Lana
"Odissea" la definisce l’associazione Sottocorno. Del resto, la riqualificazione della Terrazza Bottoni, diventata poi Terrazza Bergamella, avrebbe dovuto prendere avvio lo scorso novembre dopo una progettazione avviata ancora dalla Giunta Chittò e di cui si parla da 14 anni. In un incontro con l’associazione e il comitato Cascina Gatti, l’assessore all’Urbanistica Antonio Lamiranda ha assicurato che la pratica relativa alle bonifiche si concluderà entro fine di luglio. Sempre quel mese un altro incontro illustrerà l’inizio vero e proprio cantiere, che si prevede per settembre, a un anno di distanza dai precedenti annunci. Il progetto è già stato assegnato e affidato a una ditta: l’esecuzione è certa ma si deve ancora chiudere la partita del risanamento ambientale con la relazione e il collaudo in contraddittorio con Arpa. L’area, all’interno del Parco della Media Valle del Lambro, vedrà la creazione di un’area giochi per bambini, un’area fitness, un percorso ciclabile. "Il differente tracciamento della pista ha portato a un altro cambiamento del progetto perché non coincide con quello previsto in passato e condiviso con la cittadinanza attiva - commenta l’associazione Sottocorno, guidata da Massimiliano Corraini -. Per noi questa variante ha di fatto distrutto la parte umida a Sud di fronte, che risultava essere, in un parco rurale, un’area di pregio a livello ambientale". Se l’area fitness era da sempre inserita nella definizione del parco e non nella terrazza, i giochi pongono invece il problema del "letto" su cui saranno installati. "Chiediamo che le attrezzature vengano posate su prato, evitando colate di cemento e fondi che impermeabilizzano il terreno e rendono impraticabile l’area nei mesi estivi, generando isole di calore". L’associazione ha anche rinnovato le sue richieste: più verde e meno asfalto, anche se drenante, la salvaguardia degli alberi esistenti, la piantumazione anche la zona di fronte alla terrazza, la riduzione del numero di panchine (inizialmente 32, oggi 24, giudicate ancora troppe), l’installazione di sensori di presenza per l’accensione dei lampioni per limitare l’inquinamento luminoso. "Alcune opere non sono nel progetto inizialmente finanziato e abbiamo chiesto di realizzarle dopo. A ogni anno di ritardo è corrisposto un aumento dei costi dei materiali, aumenti che rischiano di far saltare la definizione della terrazza e lasciarla abbandonata a vita".