Buccinasco (Milano), 25 maggio 2024 – Una vita trascorsa al fianco dei pazienti, come medico chirurgo ma senza mai dimenticare l’aspetto umano, di comprensione e vicinanza a chi sta male. Paolo Spada, nato a Milano, si è spento a 56 anni, a causa di un tumore che ha combattuto per mesi.
Gli studi
Paolo Spada si è laureato all’Università degli Studi di Milano, specializzazione in Chirurgia Vascolare, ed è stato docente aggiunto in Humanitas University.
Chirurgia vascolare ed endovascolare
Sulla pagina a lui dedicata, sul sito dell’istituto Humanitas dove lavorava dal 1997, si parla di “oltre 2000 interventi effettuati di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare dell'aorta toracica e addominale, dei tronchi sovraortici (carotidi) e degli arti. Il chirurgo vascolare Paolo Spada ha maturato particolare interesse per le ricostruzioni vascolari complesse e per l'approccio multidisciplinare, ponendo particolare attenzione al rapporto umano con il paziente e i suoi famigliari.
Fondatore di EVARplanning
Fondatore di EVARplanning, sistema computerizzato per la configurazione e rendering dell'impianto endoprotesico dell'aorta, oggi utilizzato da oltre 1400 chirurghi di tutto il mondo, vincitore del premio BioUpper 2016 per le nuove idee nel campo delle scienze della vita e del Seal of Excellence della Commissione Europea nel 2017”.
Le ‘Pillole di ottimismo’ durante il Covid
Era il “medico dei dati e dei numeri”, creatore della pagina Facebook “Pillole di ottimismo”, insieme al virologo Guido Silvestri, seguita da quasi 200mila persone, in particolare nel periodo della pandemia. La pagina forniva dati e numeri del covid, spiegando con parole semplici il contagio, “al di là dei fanatismi”, raccontava Spada. Per il chirurgo la comunicazione è sempre stata uno strumento fondamentale nel mondo della medicina: “Bisogna mettersi nei panni del paziente e dei suoi familiari”, diceva. Fornire dati concreti, trend, numeri e grafici era essenziale secondo il chirurgo, seguitissimo sui social per la sua efficace comunicazione e sensibilità umana.
Ottimismo e forza comunicativa
Non si è mai definito influencer, ma un medico che faceva “la propria parte” per le persone, attraverso l’analisi dei dati e dei numeri. Il suo “ottimismo” era riferito non tanto al concetto di “andrà tutto bene, quanto all’ottimismo da trasmettere ai pazienti sulla scienza e sulla nostra professione. Mi sono dedicato ai calcoli nel periodo della pandemia, per rispondere a un bisogno umano: le persone avevano la necessità di capire, in modo semplice ma diretto, per superare le incertezze”. Migliaia le condivisioni dei suoi post, sempre chiari, “intelligibili e contestualizzati, con proiezioni, senza mai sostituirmi all’importante lavoro degli epidemiologi o dei matematici, più qualificati. Ma la forza comunicativa non va tralasciata – spiegava il dottor Spada –. Sono contento di essere utile nel piccolo lavoro che faccio”.
La passione per la musica e la corsa
Paolo Spada era anche un musicista, passione che ha trasmesso al figlio, e faceva parte del progetto “Inland Sea”, un gruppo musicale a cui aveva aderito insieme a un altro medico e un fisico di Humanitas. La band aveva suonato in locali conosciuti del panorama musicale (come Le Scimmie, a Milano). Alla passione per la musica, Spada affiancava quella dello sport, come corridore di maratone.
L’ultimo messaggio rivolto ai giovani
Nell'ultimo messaggio rivolto ai giovani ricercatori di Humanitas e ai futuri medici, ha sottolineato l’importanza della “comunicazione con i pazienti. Sono anche io paziente e, come medici, dobbiamo sempre comprendere il momento difficile, a volte disperato, che vivono. Mettetevi nei loro panni e siate sempre capaci di comunicare con i vostri pazienti e con i loro familiari”.