Un collega che tampona la ferita del giovane operaio al quale poco dopo sarà amputato il braccio. È la drammatica immagine che da ieri martella nella testa degli agenti di Polizia locale intervenuti alla Giesse di Masate, la cartotecnica di via Serpero per un infortunio sul lavoro. Si tratta del primo del 2025, ma nel 2024 nel Milanese gli infortuni sono stati più di 10mila. L’anno comincia nel peggiore dei modi. Il ferito, 32 anni e origini nigeriane, abita a Vedano al Lambro, in Brianza, e tutti i suoi sogni sono stati spezzati.
L’infortunio si è consumato alle 9 in piena attività, ma stavolta qualcosa è andato storto. La mano del giovane è finita in una fustellatrice che non si fermata e gli ha letteralmente staccato l’arto. Non sono dettagli macabri, ma la dura realtà. L’allarme è scattato subito, ma per il braccio non c’era più niente da fare. I medici del Niguarda gli hanno salvato la vita, "ma è inutile nascondersi che non sarà più la stessa – dice Vincenzo Greco, segretario della Cgil Milano con delega alla Salute e alla Sicurezza sul lavoro –. Bisogna capire le cause, ma una cosa è certa: per fare in modo che non accada più, occorre sciogliere il nodo dei controlli preventivi. Dopo, quando non si può più tornare indietro, è tardi".
L’elisoccorso che si alza in volo, dopo che i dottori hanno stabilizzato il 32enne per evitare il peggio sono una lezione sul campo alla quale nessuno avrebbe voluto assistere. "La giornata di oggi – aggiunge il segretario – ci porta la drammatica conferma che i luoghi di lavoro anziché essere sicuri ledono la vita, quando non la tolgono del tutto, come è successo a Giussano, a pochi chilometri da qui. La vittima ha la stessa età dell’operaio ferito alla Giesse: 32 anni. Un’altra tragedia. È uno stillicidio davanti al quale non si può restare indifferenti. Per superare l’incapacità del sistema, c’è bisogno di un approccio anche culturale dedicato alla prevenzione. Il lavoro non è più un ascensore sociale e questo c’entra".".
Le indagini a Masate sono affidate al comando municipale e agli ispettori di Ats per chiarire eventuali responsabilità e il rispetto delle norme antinfortunistiche. La macchina-killer è sotto sequestro, i tecnici devono capire perché in un istante si è trasformata in una trappola infernale.