Milano – Ancora la droga. Sempre la droga. Tre tonnellate di hashish dal Marocco in poco meno di un anno e carichi complessivi per 53 chili di cocaina dal Brasile sulle navi dirette in Spagna. Partite da milioni di euro.
Al centro di tutto, stando all'ultima indagine della Procura, c'era ancora una volta l'ormai ex capo della Curva Sud milanista Luca Lucci, che la mattina di martedì 17 dicembre 2024 si è visto recapitare in cella a Voghera la quarta ordinanza di custodia cautelare in carcere in meno di tre mesi. Se non è un record, poco ci manca.
Le chat criptate
L'operazione degli investigatori della Squadra mobile, guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dal vice Domenico Balsamo, è il secondo tempo di un altro blitz andato in scena giusto tre anni fa, quando Lucci era stato arrestato per narcotraffico internazionale: in quell'occasione, i poliziotti avevano messo nel mirino le conversazioni criptate che il quarantatreenne di Scanzorosciate, nome in codice ‘Belvaitalia’, intratteneva quotidianamente con fornitori e acquirenti sulla piattaforma Encrochat, sicuro di essere al riparo dalle intercettazioni. Tuttavia, il lavoro delle autorità giudiziarie di Belgio, Francia e Olanda era riuscito a bucare il software installato sui telefonini Bq Aquarius, scoperchiando un vero e proprio vaso di Pandora da cui hanno attinto a piene mani le forze dell'ordine di mezzo mondo.
Il cambio di app
Tra la primavera e l'estate del 2020, il ‘Toro’, altro storico soprannome dell'ex capo indiscusso del tifo organizzato di fede rossonera, è passato a un'altra app di messaggistica, temendo che Encrochat, come poi è effettivamente accaduto, fosse al capolinea. I dialoghi sulla droga sono ripresi su SkyEcc: Lucci ha mantenuto il nickname ‘Belvaitalia’, mentre altri interlocutori hanno cambiato nome in codice. Uno in particolare è il trentaduenne albanese Fatjon Gjonaj alias ‘don Bobi’, residente a Malaga, identificato incrociando i dati ricavati dalle chat e i riscontri in un albergo di Maiorca dove ha trascorso le vacanze estive del 2020 con la compagna. È lui l'unico irreperibile e ancora ricercato.
"Bucata" anche SkyEcc
Il nuovo filone di indagine, che ha preso in esame il periodo compreso tra il 15 giugno 2020 (data dei primi messaggi di Lucci sulla nuova piattaforma) e l'8 marzo 2021 (data in cui SkyEcc è stata disinnescata), ha ricostruito a ritroso una serie di spedizioni di hashish in partenza dal Nordafrica (nell'ordine di centinaia di chili alla volta occultati tra i bancali di frutta e imbevuti di sostanze in grado di inibire il fiuto delle unità cinofile) e smistati in un magazzino di Inveruno. Non solo ‘fumo’: negli atti si parla anche di marijuana e di alcuni carichi di cocaina in partenza dal Brasile. In totale, gli inquirenti hanno ricostruito l'acquisto complessivo di tre tonnellate di hashish, 225 chili di marijuana e 53 chili di cocaina.
I soliti nomi
Oltre a Lucci, l'ordinanza di custodia cautelare del gip Fabrizio Filice ha portato dietro le sbarre (dove già erano per procedimenti precedenti) altri storici collaboratori del ‘Toro’ come Daniele Cataldo (ritenuto uno dei due presunti esecutori materiali del tentato omicidio dell'ex narcos Enzo Anghinelli), Rosario Calabria, Antonio Rosario Trimboli e Luciano ‘Ciano’ Romano (coinvolto nel blitz che ha smantellato i direttivi di Nord e Sud a San Siro); tra gli indagati figura pure il nome di Barbara Grassi (per la quale il giudice ha respinto la richiesta di arresto come per altri 13 sotto accusa per la mancanza delle esigenze cautelari), già emersa in altre inchieste come la contabile della curva rossonera e in generale come la donna che gestiva le casse del ‘Toro’ con la sua totale fiducia.
Quattro arresti in tre mesi
Come detto, si tratta del quarto arresto per Lucci nel giro di pochi mesi. Partiamo dalla fine di settembre, quando il capo ultrà, già condannato per droga e per la violenta aggressione durante un derby che costò un occhio a Virgilio Motta (che anni dopo si tolse la vita), è finito in manette con l'accusa di aver trasformato il secondo anello blu nel quartier generale di un'associazione a delinquere che dettava legge a San Siro con pestaggi e intimidazioni e che all'esterno era arrivata a stringere rapporti di amicizia e affari con personaggi dello spettacolo come Fedez. Non è finita. Sì, perché, qualche settimana dopo, Lucci è stato accusato anche di essere il mandante del tentato omicidio di Anghinelli, miracolosamente sopravvissuto all'agguato a colpi di pistola andato in scena la mattina del 12 aprile 2019 in via Cadore. E arriviamo al blitz di metà novembre, quando la Guardia di finanza di Pavia ha notificato a Lucci un'ulteriore misura per traffico di droga. Ora il quarto capitolo di un romanzo criminale che potrebbe chiudersi con un cumulo pene pesantissimo per il suo protagonista.