NICOLA PALMA
Cronaca

Attraversa i binari a caccia di droga: travolto dall’Intercity a Rogoredo. La storia della pattuglia di fantasmi che vaga tutto il giorno in cerca di una dose

Il quarantaduenne deceduto venerdì sera era un tossicodipendente: con lui c’era anche la fidanzata. I pusher sulla ferrovia e i 70 eroinomani che ne seguono gli spostamenti. Piano per blindare gli accessi

Sono una settantina i tossicodipendenti che gravitano stabilmente in zona Rogoredo

Sono una settantina i tossicodipendenti che gravitano stabilmente in zona Rogoredo

Milano – Era parte di quella pattuglia di fantasmi che vagano tutto il giorno a caccia di una dose. Una settantina mal contata gli irriducibili, serbatoio garantito degli spacciatori: vivono lì, dormono in giacigli lerci e al riparo di tende tenute su dai rami, seguono i continui spostamenti dei pusher e spesso ne diventano vedette per guadagnarsi qualche punto di “nera” da siringarsi nel corpo. Venerdì sera, W.Z., nato in Algeria e residente a Pavia, 42 anni appena compiuti, precedenti per stupefacenti e pluricontrollato a Rogoredo, era in compagnia di una donna che come lui frequenta abitualmente la zona. Poco prima delle 22.30, ha cercato di attraversare le rotaie non lontano dallo scalo ferroviario, ma è stato travolto senza scampo da un Intercity al binario 6. L’allarme al 112 è scattato pochi secondi dopo, ma i sanitari di Areu non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Non il primo, purtroppo, in quel tratto di ferrovia porta di accesso da sud alla città: il 22 luglio 2023, un uomo era finito sotto un treno diretto a Ventimiglia; cinque mesi prima, la stessa tragica sorte era toccata alla quarantaquattrenne Nina L., morta la sera del 28 febbraio.

In principio fu il boschetto di via Sant’Arialdo, supermarket della droga a cielo aperto che attirava migliaia di persone al giorno e che a lungo è rimasto colpevolmente fuori dai radar dell’agenda politica e delle emergenze da affrontare. Fino al 2019, quando il piano “L’unione fa la forza” coordinato da Palazzo Diotti riuscì a liberare l’area verde e a restituirla al quartiere. I pusher storicamente legati alla famiglia marocchina dei Mansouri (il quindicenne Mohamed fu investito da un Intercity notte la sera del 5 dicembre 2020) non se ne sono mai andati, nonostante la pressione di commissariato Mecenate, Polfer, Squadra mobile e carabinieri: hanno iniziato a muoversi da un luogo all’altro (alimentando i “rivoli da contrastare” previsti dall’allora prefetto Renato Saccone), migrando prima verso via Orwell e poi in direzione San Donato e San Giuliano, in cerca di angoli sempre più impervi e nascosti dalla vegetazione dove continuare a smerciare eroina, cocaina e crack.

E i tossicodipendenti sono andati dietro di loro, continuando a muoversi senza meta (e a rischio della vita) ai margini di uno spicchio di periferia che nel 2026 diventerà pure sede olimpica col PalaItalia in costruzione a Santa Giulia. La questione è ben nota alle istituzioni, tanto che l’area è stata inserita sin dall’inizio dal prefetto Claudio Sgaraglia nell’elenco delle zone rosse da sorvegliare con particolare attenzione: dal 27 dicembre a oggi, le forze dell’ordine hanno controllato 15.505 persone, notificando 312 ordini di allontanamento.

Mercoledì, alla riunione settimanale del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, i riflettori si sono accesi una volta di più su Rogoredo: al tavolo c’erano pure il sindaco Giuseppe Sala, i vertici di Questura e Comandi provinciali di Arma e Finanza, i dirigenti della Polfer e i tecnici di Rfi e Ats. Oltre all’ulteriore intensificazione dei servizi interforze, soprattutto nei punti “dove si registrano ancora situazioni di criticità”, è stata condivisa l’idea di potenziare sia i sistemi di videosorveglianza sia l’illuminazione, specie in corrispondenza di alcuni sottopassi. E ancora: “È stata parimenti assicurata, da parte di Rfi, la realizzazione, prima del periodo estivo, di più efficaci misure di sicurezza passiva, per inibire l’accesso al sedime ferroviario da parte delle persone non autorizzate e garantire maggiore sicurezza nei trasporti”. L’obiettivo è quello di chiudere con una recinzione tutti i varchi che portano ai binari, per evitare che altri facciano la fine di W.L.