GIULIA BONEZZI
Cronaca

Il ritorno allo sballo anni Novanta: meno cannabis e più ecstasy. Ma a Milano la cocaina non scende

L’analisi annuale delle acque dei depuratori per monitorare il consumo delle droghe più diffuse. Dalla fine della pandemia l’utilizzo di Mdma è in crescita costante. Con un’impennata nei weekend

Un sequestro di Mdma e shaboo effettuato dalla Polizia di Stato

Un sequestro di Mdma e shaboo effettuato dalla Polizia di Stato

Milano – Non solo la moda, le serie televisive, la musica: c’è un revival degli anni ’90 anche nel consumo di droghe, almeno a giudicare dall’ultimo monitoraggio, relativo al 2024, del Wastewater Analysis and Drugs - a European Multi-City Study, che stima l’utilizzo delle principali sostanze stupefacenti illegali nella popolazione andando a cercare i metaboliti (i residui eliminati dall’organismo) dei corrispondenti principi attivi nelle acque reflue (le fogne) nelle città. Con un metodo messo a punto vent’anni fa dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, che partecipa a queste campagne di monitoraggio condotte dal gruppo europeo Score in collaborazione con l’agenzia dell’Ue sulle droghe (Euda) dal 2011: iniziate con 19 città in dieci Paesi e quattro sostanze, oggi controllano i depuratori di 128 città tra Europa, Turchia e Norvegia, di cui 76 da almeno cinque anni che consentono di individuare i “trend”.

In Italia le monitorate storiche sono Bolzano e ovviamente Milano, cui si sono aggiunte, dall’anno scorso Roma e Bologna. Oggi sono sei le droghe cercate analizzando per una settimana, tra marzo e maggio 2024, campioni di acque reflue prelevati quotidianamente nei bacini di raccolta dei depuratori delle 128 città (corrispondenti ai residui di circa qualcosa come 68,8 milioni di persone): cannabis, cocaina, anfetamina, metanfetamina, ketamina e Mdma. Ed è proprio quest’ultima, meno nota col suo quasi impronunciabile nome tecnico (3,4-metilenediossimetanfetamina) e più nota con quello che l’ha resa famosa nel circuito dei rave alla fine del secolo scorso – Ecstasy – a mostrare un deciso incremento, in tutta Europa da nove anni e a Milano con un’impennata costante dall’immediato post-pandemia.

Aumentano in tutte le città, rispetto al monitoraggio dell’anno precedente, anche altre due sostanze con effetto “stimolante“: anfetamine (delle quali la stessa Mdma è un derivato sintetico) e la cocaina, mentre appare in diminuzione l’utilizzo di cannabis. Un calo, quest’ultimo, che però è lieve a Milano, dove si riscontra un altrettanto lieve aumento del consumo di cocaina (che a Bolzano invece è in leggera diminuzione). Al depuratore di Nosedo risultano sostanzialmente stabili i residui di cannabis e di ketamina; in lieve calo quelli di anfetamina (sostanza utilizzata in maniera sporadica in Italia) e metanfetamina (come lo shaboo) che si consuma di più nelle grandi città.

Ma in generale, osservano i ricercatori, in gran parte dei 18 Paesi in cui lo studio coinvolge più di una città, non si riscontrano differenze importanti tra grandi e piccole se non per il benzoato d’ecgonina, il principale metabolita della cocaina nelle urine, più presente nelle zone popolose. Ci sono invece differenze temporali: le “tracce” della cocaina, della ketamina e dell’Mdma sono più alte tra il venerdì e il lunedì, svelando un utilizzo “ludico” di queste sostanze, mentre il delta9-Thc-Cooh, il principale metabolita della cannabis, quelli dell’anfetamina e della metanfetamina si distribuiscono nella settimana.