REDAZIONE MILANO

Drone, rilevati altri passaggi. Nessuno lo ha visto

Investigatori e inquirenti stanno portando avanti accertamenti anche su altri possibili passaggi del drone di sospetta fabbricazione russa nel Varesotto,...

Un drone in volo: in corso l’inchiesta sui sorvoli nel Varesotto

Un drone in volo: in corso l’inchiesta sui sorvoli nel Varesotto

Investigatori e inquirenti stanno portando avanti accertamenti anche su altri possibili passaggi del drone di sospetta fabbricazione russa nel Varesotto, successivi ai sei sorvoli in cinque giorni nella “no fly zone“ intercettati a marzo dal centro di ricerca Jrc della Commissione europea e anche all’apertura dell’inchiesta da parte della Procura di Milano. Non ci sono testimoni oculari, fotografie o video dell’apparecchio, ma solo frequenze captate dai sistemi di sicurezza in un’area dove, oltre al centro di ricerca sulla sponda lombarda del lago Maggiore, sorgono altri siti strategici come gli stabilimenti del colosso della difesa Leonardo.

Gli inquirenti devono quindi accertare in primo luogo se i passaggi rilevati - i sei già noti e quelli successivi all’apertura dell’inchiesta e tracciati sempre con le radiofrequenze - siano davvero riconducibili al transito di droni o siano “falsi positivi” del dispositivo informatico. Una delle piste delle indagini resta quella di una presunta operazione di spionaggio portata avanti da una "mano filorussa". L’inchiesta a carico di ignoti, coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Alessandro Gobbis e condotta dal Ros dei carabinieri, ipotizza il reato di spionaggio politico o militare, aggravato dalla finalità di terrorismo. I già noti passaggi del drone sono stati ricostruiti in una denuncia dei responsabili della sicurezza del centro di ricerca e arrivata come segnalazione in Procura a Milano il 28 marzo. È stato il software di un captatore del Jrc a rilevare quelle basse frequenze compatibili con sorvoli di un drone di produzione russa. Le indagini, quindi, proseguono per ricostruire i contorni della vicenda e accertare in primo luogo l’esistenza del drone, escludendo l’ipotesi di “falsi positivi”.

Andrea Gianni