SIMONA BALLATORE
Cronaca

Milano, ragazza con Dsa bocciata alla maturità vince il ricorso: entro un mese la ripetizione dell’orale

La ragazza, con disturbi specifici dell’apprendimento certificati, non aveva superato la prova per pochi punti. Dal Consiglio di Stato il via libera per il nuovo esame davanti a prof diversi con misure compensative

Studentessa con Dsa vince il ricorso: ripeterà l'orale dell'esame di maurità

MILANO – A luglio era stata bocciata alla maturità, entro 30 giorni al massimo potrà sostenere di nuovo la prova orale, davanti a una "commissione in composizione parzialmente diversa, con sostituzione dei soli membri esterni" e "previa individuazione di misure compensative coerenti": così ha deciso il Consiglio di Stato accogliendo il ricorso di una studentessa milanese con disturbi dell’apprendimento.

Sarebbero bastati nove punti su 20 all’orale per permetterle di superare l’esame di Stato: il diploma è sfumato all’ultimo miglio. La maggioranza della commissione (4 su 7) aveva “votato“ per la bocciatura della studentessa, che si era presentata come privatista e aveva sostenuto le prove tra giugno e luglio in un liceo di Milano.

L’ultima prova si era chiusa in particolare con un quattro (su 20). Una decisione che era stata impugnata dalla maturanda, sostenuta dagli avvocati Domenico Barboni e Annamaria Nardone, davanti al Tar della Lombardia perché la ragazza aveva disturbi specifici dell’apprendimento certificati - dislessia evolutiva medio/grave, disortografia e discalculia - ma, una volta giunta al colloquio, la sola misura compensativa prevista dalla commissione era un "documento iconografico, che non prevedesse la lettura di un testo: misura adottata per tutti i candidati, a perdere così ogni idoneità compensativa e che per di più, nel caso della ricorrente, neppure veniva pienamente osservata", sottolineano gli avvocati Barboni e Nardone, presentando ricorso.

Il primo atto si era chiuso con la “bocciatura“ confermata dal Tar, che aveva rimarcato, in particolare, che "l’argomento scelto dalla commissione rientrava nel percorso didattico effettivamente svolto" e che riteneva "non censurabile" la scelta di "stabilire una misura compensativa comune a tutti gli studenti".

Non si è arresa però la studentessa. "Non può sfuggire come uno strumento facilitatore che venga applicato nei confronti di tutti i candidati, e non solo di quelli con disturbi di apprendimenti certificati, perda ex se la sua idoneità compensativa", ribadiscono i legali. Per questo hanno presentato appello al Consiglio di Stato, che ha ribaltato la sentenza. "La scelta della commissione di stabilire per la prova orale una misura compensativa comune a tutti gli studenti - si legge nell’ordinanza - costituisce indice della natura non compensativa della misura, che avrebbe dovuto essere mirata per gli studenti con disturbi di apprendimento certificati".

Di più. "La certificazione della ricorrente relativa al disturbo specifico dell’apprendimento prescriveva la necessità di adottare specifiche misure compensative e criteri di valutazione individualizzati, dando, in particolare, la possibilità all’alunna “di usare mappe e schemi precedentemente preparati”, non consentita invece alla ricorrente".

Anche "lo svolgimento della prova orale appare essere avvenuto in violazione di uno specifico criterio, fatto proprio dalla commissione, di scelta del documento oggetto di colloquio basato sulla valorizzazione delle attitudini/inclinazioni personali del candidato, che non attenevano all’argomento individuato dalla commissione per la ricorrente". Di qui la decisione e i tempi stretti, per "evitare che la studentessa perda un anno del proprio percorso formativo". Maturità da rifare: entro un mese.