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Due Marie nel presepe: l’ira di Likmeta: "Addio +Europa, buon suicidio politico"

Anita Likmeta, imprenditrice italo-albanese, lascia +Europa a causa di una rappresentazione del presepe Lgbt. La 38enne, che vive a Milano, è stata censurata dalla maggioranza degli italiani. Solidarietà da parte di Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera.

Due Marie nel presepe: l’ira di Likmeta: "Addio +Europa, buon suicidio politico"

"Se +Europa pensa di difendere la diversità con ammiccamenti ipocriti alla tradizione, io per il ruolo della Madonna lesbica non sono disponibile. Addio a +Europa e buon suicidio politico (non assistito)!". Così, con un post su Facebook, l’imprenditrice italo-albanese Anita Likmeta lascia il partito.

La 38enne, che oggi vive a Milano, alle ultime elezioni politiche si era candidata con “Impegno civico“ e da qualche mese militava in +Europa, pur senza incarichi. Lo strappo dopo la cartolina natalizia pubblicata sul social X (ex Twitter) da +Europa, con al centro rappresentazioni alternative del presepe, accompagnate da un messaggio: "Il bello delle tradizioni... è che possono cambiare". Spicca la natività con due madonne, seguita da quella con un Gesù bambino di colore, da un presepe con due Giuseppe e, infine, da un quarto con una Maria single alle prese con due fanciulli.

Nata a Durazzo, Anita Likmeta si trasferì in Italia nel 1997. Si è laureata in Lettere e Filosofia alla Sapienza prima di dedicarsi alla scrittura e alle start-up: trova la svolta nel mercato digitale, comparendo nel 2021, fra le “Inspiring 50” in Europa, ovvero le cinquanta donne più influenti nel mondo della tecnologia nel Vecchio Continente, secondo il Corriere della Sera. "La signora Anita Likmeta ha lasciato +Europa in disaccordo con la rappresentazione del presepe Lgbt - rincara la polemica, in una nota, il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi -. La dimostrazione che il partito di Riccardo Magi è mille miglia lontano dal Partito Radicale di Marco Pannella che, pur essendo profondamente laico e ateo, rispettava i sentimenti popolari. Questo relativismo etico di una minoranza di dogmatici che prendono in giro le tradizioni e l’identità religiosa è certamente censurato dalla maggioranza degli italiani. Alla signora Likmeta la mia solidarietà".