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Come è andata la campagna Milano Duomo Card e Capolavori lanciata lo scorso novembre? "Novemila le card acquistate dalle aziende che l’hanno scelta come strenna natalizia. Anche i privati cittadini hanno mostrato interesse, un centinaio direi. Non una partenza esaltante ma soddisfacente. Di stampe ne abbiamo vendute 700. Resto ottimista. Abbiamo deciso di proseguire aggiungendo due nuovi progetti".
Quali? "Faremo, entro un mese, una nostra piattaforma di e-commerce per agevolare gli acquisti della Duomo card, abbinati a gadget tradizionali come penne, borse, stampe e oggetti. Per rendere l’esperienza di acquisto meno burocratica, più simile ad Amazon. Il secondo progetto riguarda la produzione di video inediti che saranno realizzati da una struttura interna e che andranno ad alimentare la dotazione di documentari legati alla Duomo card".
Gli introiti sono calati drammaticamente nel 2020, senza i 2 milioni e 620 mila turisti di cui il 65 per cento stranieri. E gli aiuti dalle istituzioni di quale entità sono? "Le nostre linee di entrata principali in questo momento sono tre: il contributo del Ministero Infrastrutture e Trasporti nel triennio 2020-2022 che ha disposto una cifra di 15 milioni di euro, ossia 5 milioni all’anno. La Regione Lombardia che ha appena rinnovato la convenzione regionale per il sostegno ai restauri nel triennio 2021-202 disponendo un totale di 5 milioni di euro che si auspica possano tornare a essere 6 in totale, ossia 2 milioni all’anno come il precedente triennio. E, infine, l’altra entrata ci deriva dalla messa a reddito del patrimonio imobiliare che abbiamo quasi ristrutturato compleamente, ossa pari a 2,5 milioni di euro".
Avete in programma di vendere “gioielli di famiglia“? "Vendere no ma stiamo ristrutturando due palazzi in via Gorizia per i quali però non abbiamo ancora deciso la destinazione. Ci sono diverse proposte, le valuteremo. Contiamo molto sull’advisory board che abbiamo potenziato con due nuovi membri che sono imprenditori vicini al Duomo, Enrico Cereda, presidente e amministratore delegato di IBM Italia e Fabio Vaccarono, vice president Google Italia. Per sviluppare progetti innovativi nel digital e rafforzare gli esistenti".
Quanto pensate di incassare per il 2021? "Speravamo di poter riaprire verso marzo, con visite private a piccoli gruppi, a questo punto alzo le braccia. Comunque, la previsione per questo anno è di incassare dalla biglietteria turistica circa 4 milioni di euro. Mi lasci dire una cosa...".
Prego. "Vorrei ringraziare tutto il personale che si è riadattato a fare altro. Per risparmiare abbiamo tagliato su tutto quello che si poteva, ad esempio sulle cooperative esterne che si occupavano degli ingressi al Museo del Duomo, ridotto gli appalti esterni a favore della nostra squadra di 50 operai. Gli impiegati che prima erano negli uffici si sono rimboccati le maniche e dopo il primo lockdown, quando abbiamo riaperto, hanno fatto i custodi".
La speranza per il futuro? "Conto molto sullo spirito civico dei milanesi".
Cosa le manca di più? "I concerti dal vivo, la musica che non risuona più in Duomo. Spero che i milanesi tornino numerosi ad affollarlo, a viverlo quotidianamente, con le passeggiate sulle sue splendide terrazze per ammirare la città.