CLAUDIO
Cronaca

E l’arzigogolo si trasformò in (dura) realtà

Un taxista milanese diventa protagonista di storie surreali, offrendo corse gratuite con pretesti stravaganti. Una telefonata svela un legame inaspettato con la realtà.

E l’arzigogolo si trasformò in (dura) realtà

Un taxista milanese diventa protagonista di storie surreali, offrendo corse gratuite con pretesti stravaganti. Una telefonata svela un legame inaspettato con la realtà.

Negri

ronto, vorrei parlare con Negri...". "Sono io, mi dica". "Lei per caso conosceva mio fratello?". Voce di donna al telefono fisso. Redazione del Giorno, una sera che è ormai quasi notte. Molto, ma molto tempo fa. "Quel taxista che lei ha descritto l’altro ieri nella sua rubrica, ecco, sembrava: proprio mio fratello...". Le parole sono importanti, anche quando non fanno cronaca ma puro arzigogolo: avevo giocato a raccontare di un taxi driver milanese, in una città notturna più simile a New York anche se da noi i tombini non fumano. Il mio personaggio - contro ogni logica, buon senso ed economia domestica di base - trovava ogni volta un pretesto per non fare pagare la corsa al cliente.

Col primo era stato facile: "Ho cominciato questo nuovo lavoro da pochi minuti. Bisogna festeggiare. Posso darle un passaggio gratis?". Ma col tempo aveva dovuto trovare pretesti sempre più stralunati: "Lei è la prima donna albina che sale sul mio taxi... lei il primo monaco tibetano... lei il primo mangiatore di fuoco... lei il primo alieno...". E via elargendo corse nelle piovose caligini milanesi, al sordo rumore dei tombini sotto le gomme, allo scarto sdrucciolevole delle rotaie del tram. Il mio taxista immaginario, irragionevolmente prodigo, riusciva a campare lo stesso, essendo abitatore di una specie di fiaba. Ma una sera sul taxi era salita una pallida signora, incappucciata di nero. E lui: "È la prima volta che do un passaggio alla Morte. Se permette, corsa gratis!". "No - aveva replicato la pallida signora, sfiorandogli una spalla con la mano ossuta - stavolta offro io". Redazione del Giorno, adesso è proprio notte. Mi sento quasi in colpa per le mie parole scritte, lasciate libere di innestarsi nelle vite altrui, anche solo per mero caso. La voce della signora al telefono s’incrina di commozione: "Era davvero una persona generosa... una cara persona. Lo ha descritto molto bene, senza rendersi conto, capisco, di scrivere una storia vera. Pensi: mio fratello è davvero morto sul suo taxi, per un malore. È proprio strano, eh: lei come poteva saperlo?".