Massimiliano Mingoia
Cronaca

Ecobonus, 100 milioni congelati senza le assemblee di condominio

La denuncia di Sif Italia: impossibile inoltrare le richieste al Governo senza poter riunire gli inquilini Il general manager Ruffino: la soluzione non può essere la via telematica, il Governo consenta altri metodi

Ecobonus? Più facile da scrivere che da ottenere. Senza la possibilità di convocare le assemblee di condominio a causa dell’emergenza coronavirus, infatti, le richieste dei finanziamenti previsti nel Decreto legge Rilancio per ecobonus e sismabonus al 110% per i lavori di riqualificazione energetica e antisismica non possono partire. Risultato in chiave milanesi: restano congelati, almeno per ora, 100 milioni di euro, la stima fatta dagli operatori del settore dei lavori che potrebbero essere realizzati proprio grazie al meccanismo degli ecobonus.

La denuncia di questa situazione paradossale arriva da Luca Ruffino, general manager di Sif Italia, società milanese che amministra sul territorio italiano oltre 75 mila unità immobiliari: "Circa il 76% delle famiglie italiane abita in condominio ed è molto difficile immaginare che, di fronte all’impossibilità di convocare una semplice assemblea, queste misure possano essere ragionevolmente applicate nell’interesse dei condomini e della ripartenza dell’edilizia". Il problema riguarda soprattutto le grandi città, in cui i condomini sono più numerosi e le assemblee condominiali più complicate da organizzare garantendo il distanziamento sociale anti-contagio da Covid-19. "Nelle realtà complesse, in presenza di molti residenti anziani o con gap tecnologici importanti, la risposta non può essere la “teleassemblea’’ – spiega Ruffino –. È necessario invece che il Governo consenta immediatamente forme alternative di assemblee condominiali, magari in tensostrutture o in spazi aperti, imponendo distanze e i protocolli sanitari opportuni". Non solo. In una nota diffusa ieri, Sif Italia sottolinea "la miopia della norma che, pur prevedendo vantaggi economici e finanziari molto interessanti per le famiglie, non si scontra solo di fronte alla reale impossibilità di fare una semplice assemblea condominiale, ma anche con la ridottissima finestra temporale prevista per la realizzazione dei lavori stessi, cioè luglio 2020 e dicembre 2021".

Sif Italia chiede quindi di spostare al 2023 i termini della norma, per consentire alle imprese di realizzare interventi che si annunciano numerosi, perché – aggiunge ancora Ruffino – "quello che si presenta come un incentivo molto positivo, che potrebbe riguardare potenzialmente 30 milioni di cittadini residenti circa 1,2 milioni di condomìni e che metterebbe in moto un volano irrinunciabile per la ripartenza del settore dell’edilizia, rischia di essere solo un annuncio propagandistico fine a sé stesso e, ancora una volta, distante dalla realtà". Il general manager di Sif Italia conclude con queste parole: "Così per come è scritto il Decreto Legge, l’edilizia rimarrà al palo e con essa anche le società di amministrazione immobiliare e la macchina produttiva dei condomìni che da sola in Italia pesa oltre il 3,5% del Pil".