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Cronaca

“Ecomostro“ di via Matteotti. Va deserta la gara per venderlo

Melzo, il sindaco Fusè: "Non ci perdiamo d’animo, predisporremo al più presto una nuova asta"

“Ecomostro“ di via Matteotti. Va deserta la gara per venderlo

Ecomostro di via Matteotti, il primo tentativo di vendita è un flop. È andata deserta l’asta di fine anno per l’alienazione, dopo dieci anni di abbandono, degrado, insicurezza e proteste, del “palazzone“ nel centro storico di Melzo, all’incanto al prezzo già stracciato di 790mila euro. Un risultato forse prevedibile, a dispetto delle dita incrociate degli amministratori comunali, che speravano, e ancora sperano, di venire a capo della vicenda in un tempo ragionevole.

"Non ci perdiamo d’animo – commenta il sindaco Antonio Fusè – e predisporremo non appena possibile una nuova asta. Ovviamente, suppongo, ribassando il prezzo, e nella speranza che qualche operatore si accolli la partita". Quella dell’“ecomostro“ è una vicenda ormai ultradecennale. Lo stabile è disabitato dal 2013, anno in cui, col placet della Regione Lombardia, gli inquilini delle case popolari all’interno erano stati trasferiti in altri alloggi in edilizia sociale in città. Già da allora, esclusa l’ipotesi demolizione, non percorribile per una serie di questioni, si era pensato a una nuova destinazione. Venire a capo della procedura è stato lungo e complesso anche per via della persistenza di vincoli relativi alle precedenti convenzioni, che sono stati rimossi solo nell’ultimo anno. Dal momento dello svuotamento sono stati più di uno i tentativi di vendita, tutti a vuoto. A intermittenza l’aggravarsi delle condizioni di sicurezza e igiene del complesso, che non è mai stato a rischio crolli ma è pesantemente a rischio degrado e intrusioni. Un paio d’anni fa l’ultima petizione da parte dei residenti dei palazzi accanto. Gli ultimi due anni sono stati dedicati alle perizie che hanno aggiornato le informazioni sullo stato di salute della struttura e i focus sulle sue criticità, con l’obiettivo parallelo di aggiornare al mercato la stima economica del palazzo, in vista di un nuovo tentativo di alienazione.

I faldoni delle perizie economiche e strutturali, i documenti notarili, le planimetrie e un ricchissimo dossier documentario e fotografico sulle condizioni dell’edificio, appartamento per appartamento e spazio per spazio, sono stati allegati all’ultima chiamata alla vendita. Sul futuro dello stabile si parla di residenza, forse housing sociale. "Ma siamo aperti ad altri spunti – diceva prima delle feste il sindaco Fusè –: l’importante, oggi, è arrivare a una soluzione definitiva. Quel palazzo è una ferita nel nostro centro abitato".