
La regione è una terra di contrasti, la moda traina l’economia ma contribuisce al grave problema dell’inquinamento
La Lombardia è la regione più ricca d’Italia. Purtroppo a causa della conformazione orografica, qui si concentra fortemente l’inquinamento. Anche il clima, con estati calde e afose, contribuisce ai livelli alti di inquinamento.
In Lombardia l’agricoltura e l’allevamento sono settori molto sviluppati. La conformazione del terreno è ottimale e le tecniche utilizzate sono molto all’avanguardia. Si coltivano orzo, riso, mais e ortaggi ed è molto importante l’industria vinicola, soprattutto nel bresciano e nell’ Oltrepò Pavese.
In Lombardia si coltiva anche molto foraggio, che viene intensamente sfruttato per le grandi quantità di bestiame che vengono utilizzate per latte, burro, formaggi e macello. Questo però porta con sé anche un risvolto negativo: lo sfruttamento del territorio e le enormi quantità di bestiame che si correlano anche ad elevatissime emissioni inquinanti.
La Lombardia si caratterizza anche per la presenza di grandi industrie: metallurgiche, siderurgiche, meccaniche, chimiche e tessili dove si producono tessuti che gli stilisti utilizzano per creare capi di abbigliamento.
Infine spiccano le attività del settore terziario cioè turismo, commercio, banche e trasporti.
La moda è fulcro di molte attività lombarde, sia per il settore secondario che per il terziario.
La nostra regione rimane al vertice nel fatturato del settore moda con il 28,3% del totale italiano, che ammonta a 65,1 miliardi di euro. L’impatto della Fashion Week per la nostra regione è importantissimo e porta con sé grande movimento di denaro e di persone. Già nelle scorse edizioni, la disponibilità alberghiera milanese coi prezzi delle camere triplicati), non era più sufficiente e molti visitatori hanno cominciato a frequentare lussuose dimore nei pressi dei laghi lombardi, con una grande ricaduta sul turismo. Per non parlare poi di quelle vie centrali di Milano, denominate “Il quadrilatero della moda”, che sono letteralmente assalite da clienti provenienti da tutte le parti del mondo.
L’industria della moda con tutto ciò che le ruota attorno, se da un lato è il motore economico della regione, porta con sè aspetti connessi a problematiche ecologiche, etiche e di ecosostenibilità. Un solo “mese della moda”, quello in cui si svolgono le sfilate di Milano, Londra, Parigi e new York, è causa di 241 mila tonnellate di anidride carbonica considerando solamente quella prodotta dai mezzi di trasporto utilizzati.
Negli ultimi anni molti marchi si stanno concentrando sul tentativo di far diventare la moda più sostenibile, anche perché fortunatamente sempre più è una richiesta dei consumatori stessi.
Tuttavia il greenwhashing, cioè fingere di essere un’azienda che utilizza produzioni sostenibili, e i greenhushing, cioè nella comunicazione abbassare il profilo ed omettere alcune informazioni per evitare critiche sull’impatto ambientale, riducono il reale impegno delle aziende della moda in tal senso.