MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Edilizia, Sala volta pagina. Basta con il Salva Milano. Bardelli, dimissioni pronte

Il sindaco: "Oggi incontro con l’assessore, lui sa che la situazione è complicata". Il sostituto? Politici e tecnici in campo: Bottelli, Ceccarelli, Maggioni o Bolocan.

L’assessore comunale alla Casa Guido Bardelli, 65 anni

L’assessore comunale alla Casa Guido Bardelli, 65 anni

Il sindaco Giuseppe Sala ha già affossato il decreto Salva Milano ed è pronto a scaricare anche l’assessore alla Casa Guido Bardelli, reo di aver detto "dobbiamo far cadere questa Giunta" in un’interrogazione telefonica relativa a un dialogo del dicembre 2023 tra lo stesso Bardelli, non ancora assessore, e Giovanni Oggioni, l’ex dirigente del Comune e membro della Commissione Paesaggio che mercoledì è finito agli arresti domiciliari per corruzione.

Sala, a margine di un appuntamento a Palazzo Marino, motiva così l’addio a Salva Milano: "Negli ultimi due mesi si stava capendo che si rischiava di non andare da nessuna parte. Ho detto più volte che trovo strano che ci vogliano 12 mesi per arrivare a una definizione di regole. Dunque non è che il Salva Milano fosse in grande salute. Ma, dopo quello che abbiamo saputo ieri, mi è sembrata una cosa onesta e matura fare un passo indietro. Il Comune si costituirà parte civile nel procedimento". Quanto alla posizione di Bardelli, il sindaco annuncia "lo vedrò domani mattina (oggi, ndr) e prenderemo una decisione. Umanamente mi spiace, perché in questi mesi si è fatto apprezzare un po’ da tutti, dal Pd ai consiglieri comunali più riottosi. In più, è stato rapido a mettere in piedi il Piano per i 10 mila nuovi alloggi. Portare avanti il Piano Casa, ora, è uno dei problemi che ho".

Parole che sembrano dare per scontato che da oggi Bardelli non sarà più in Giunta. "Le sue sono singole frasi che possono scappare ("dobbiamo far cadere questa Giunta", ndr) – commenta Sala –. Certo, in quel momento non era in Giunta, però è chiaro che anche lui è consapevole che la situazione non è semplice. Se mi aspetto le sue dimissioni? Vedremo domattina (oggi, ndr)". Secondo alcune indiscrezioni, Sala e Bardelli hanno già raggiunto un’intesa: l’assessore si presenterà all’incontro con una lettera di dimissioni, che il sindaco accetterà. Una formula per rendere meno traumatica la rottura. Sala, intanto, esclude un rimpasto più ampio ("Direi di no, anche perché mancano due anni alla fine del mandato e nell’ultimo semestre il lavoro si rallenta").

Chi sostituirà Bardelli? Un bel rebus, perché l’avvocato aveva sostituito in quota tecnica del sindaco un esponente del Pd, Pierfrancesco Maran, eletto lo scorso giugno nell’Europarlamento. Dunque non è escluso che il sindaco scelga un dem per il dopo-Bardelli. Tra i nomi, il presidente della commissione Casa del Comune Federico Bottelli o il numero uno della commissione Rigenerazione urbana Bruno Ceccarelli. Ma in lizza ci sono anche due tecnici: il presidente del Consorzio Cooperative Lavoratori Alessandro Maggioni e l’urbanistica del Politecnico Matteo Bolocan, gradito al Pd. C’è anche un altro scenario: Sala che si tiene le deleghe alla Casa fino alla fine del mandato. Opzione forse troppo faticosa per il primo cittadino, perché c’è da completare il Piano Casa e serve un assessore sul pezzo tutti i giorni. Tornando all’addio al Salva Milano, Sala racconta di averne parlato a lungo al telefono mercoledì sera con la segretaria del Pd Elly Schlein: "Una telefonata di grande supporto. Le ho spiegato la situazione e Elly mi ha spiegato la posizione del Pd. Per me e per Milano è importante che il rapporto con il Pd, senza condizionamenti reciproci, continui a funzionare".

Una domanda, intanto, sorge spontanea: quello di Oggioni è un caso isolato oppure no? "Oggioni e Zinna – nota Sala – si erano attivati su parti del Governo o del Parlamento (per scrivere il Salva Milano, ndr), ma non in nome del Comune". E ancora: "Quanto accaduto mi fa pensare che delle mele marce ci siano. E che noi, da un lato, abbiamo sostenuto la necessità del Salva Milano, dall’altro ci siamo già molto allineati alle contestazioni della Procura e abbiamo già cambiato modalità nel modo in cui concedere le autorizzazioni e nei rapporti tra uffici comunali e imprenditori. Dalle intercettazioni sembra che questo abbia dato fastidio a tanti".

Gli investitori sono già in in fuga da Milano e lo stallo nelle pratiche urbanistiche è preoccupante. Come se ne esce senza la prospettiva del Salva Milano? "Che ci sia una stasi degli investimenti è già nei fatti – risponde il sindaco –. Se il Parlamento ora non si dedicherà più al Salva Milano, dovrebbe mettere mano al riordino della normativa urbanistica, la cui legge madre risale al 1942". Iter lunghissimo. Campa cavallo.