Il Duomo, inteso come cattedrale, piazza e bancarelle, e tutti gli altri mercatini di Natale in città, soprattutto quelli affollati come il Villaggio di Natale tra i grattacieli di Porta Nuova. E poi come sempre la sinagoga di via della Guastalla, le stazioni - Centrale ma anche Garibaldi, Cardorna e Rogoredo -, l’aeroporto di Linate e l’hub degli autobus a Lampugnano. L’elenco dei luoghi di Milano intorno ai quali alzare le difese è tornato al centro del tavolo in Corso Monforte, durante un vertice convocato ieri mattina d’urgenza dal prefetto Claudio Sgaraglia. Non sarà un Natale spensierato quello che arriva, neppure sotto la Madonnina, dopo l’attentato al mercatino di Natale di Magdeburgo, un’auto lanciata deliberatamente sulla folla, cinque morti e 200 feriti di cui 40 gravissimi.
E anche se dalle prime ricostruzioni - che i leader dell’estrema destra europea tifosi di Donald Trump, come l’olandese Geert Wilders e il premier ungherese Victor Orbán, tentano deliberatamente d’ignorare per dirottare l’ira del popolo sull’"immigrazione" - pare che il responsabile, uno psichiatra saudita rifugiato in Germania, fosse animato da un opposto cospirazionismo anti-islamico ed estimatore dell’Afd e del miliardario Elon Musk, il risultato – un attacco solitario a civili inermi per punire asserite colpe "dell’Occidente" – è il medesimo delle stragi attuate dalla “controparte“ islamista con la strategia dell’auto o del camion come arma in luoghi affollati, inaugurata negli ultimi anni da seguaci di al-Qaeda e del Califfato, da Berlino a Nizza a Barcellona. Così ora in tutte le città europee si sono alzati l’allerta e le misure di sicurezza a protezione dei posti che, per ragioni simboliche, di fama e soprattutto di folla, portebbero diventare bersaglio di terroristi di qualunque ideologia. Al Viminale ieri mattina s’è riunito il comitato di analisi strategica antiterrorismo per valutare i profili di rischio in vista delle feste e dell’imminente Giubileo, e il Dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno ha scritto ai questori di "dare il massimo impulso all’attività info-investigativa e di rafforzare con effetto immediato i servizi di vigilanza e controllo nei mercatini di Natale e nei villaggi a tema natalizio e nelle aree turistiche più attrattive".
A Milano, durante la riunione dei vertici provinciali delle forze di polizia coordinata dal prefetto Sgaraglia, s’è stabilito di alzare l’attenzione sui luoghi di culto e le manifestazioni a carattere religioso, e in generale su tutti gli "eventi e manifestazioni con cospicuo afflusso di pubblico", su "siti dove tradizionalmente sono allestiti mercatini e fiere natalizie, obiettivi istituzionali e di governo, scali aeroportuali e ferroviari, stazioni della metropolitana, reti del trasporto pubblico e fermate di stazionamento dei bus turistici".
Quasi un déja-vu del Natale di otto anni fa: il tunisino Anis Amri, terrorista islamista (l’attentato fu poi rivendicato dall’Isis), il 19 dicembre aveva inaugurato questo tipo di strage uccidendo 13 persone con un tir rubato a un camionista polacco (anche lui ammazzato) e lanciato contro un mecatino natalizio a Berlino. Fu fermato nella notte tra il 22 e il 23 dicembre 2016 alle porte di Milano, dai poliziotti di una volante durante un controllo casuale vicino alla stazione di Sesto San Giovanni, e ingaggiò uno scontro a fuoco, nel quale rimase ucciso. L’attentatore di Magdeburgo, Taleb Abdulmohsen, è già stato catturato in Germania. Gi. Bo. N. P.