Milano – Espressioni d’odio e antisemitismo si scatenano, volgari specie sui social, contro Liliana Segre. Ispirato alla sua vita lo spettacolo Io ricordo, è da oggi al 27 gennaio a Mtm Teatro Litta. Regia di Claudio Orlandini, progetto di Manuel Ferreira ed Elena Lolli, che anche lo interpreta.
Pure l’attrice, con i colleghi, ha ricevuto minacce?
“Scontata, la valanga di messaggi di odiatori che si fa dovunque piuttosto impressionante. Neppure la degno d’attenzione. Vengano ad alzarsi, durante lo spettacolo, tutti quelli che han da dirci qualcosa”.
La protagonista ha rinunciato ad essere presente al Memoriale della Shoah, per l’inaugurazione della mostra di Marcello Maloberti: “Invitami notte a immaginare le stelle”, luminose, le parole che lei pronunciò ragazzina nel lager dove la deportarono da Milano. Verrà al Litta?
“No, se che si trova a Roma, dove dovrebbe invece partecipare alla celebrazione del Quirinale per il Giorno della Memoria, che quest’anno sarà il 28 gennaio, perché il 27 il presidente Mattarella è atteso in visita ad Auschwitz. E il 6 febbraio l’hanno annunciata all’evento organizzato al Memoriale della Shoah dalla Comunità di Sant’Egidio”.
L’avvocato Luciano Belli Paci, figlio della senatrice Segre, spiega che “gli insulti la amareggiano ma non la abbattono. Ci ha fatto l’abitudine, non è tipo da fermarsi”. Però vive in un clima molto negativo, dopo l’uscita del film “Liliana”, di Ruggero Gabbai, accusata di lucrare sulla propria storia.
“La vedo semmai molto stanca, a 94 anni. Si muove a fatica, per di più circondata dalla scorta. Gliel’hanno fatto accettare per proteggerla dalle minacce. Non la voleva. Una donna normale, come anch’io la interpreto, senza identificarla nella somiglianza. Una donna come tante: Liliana siano noi”.
Non poche, alla Terza Età, si aprono come lei a una nuova vita.
“Perciò la sua figura mi ha appassionato. Semplicemente “nonna” ha voluto definirsi in pubblico. Solo alla nascita della terza generazione ha trovato il coraggio di confidare la sua tragedia a causa delle leggi razziali. E solo allora ha incominciato a testimoniare. Io la interpreto mentre si rivolge a una bambina di 8 anni, lei stessa piccina. Che le riappare una notte, dopo che l’ha nascosta tanto a lungo”.
Sta per chiudere la stagione della testimonianza?
“Lo spettacolo si prospetta proprio immaginando che si terrà la sua ultima cerimonia pubblica presso la Cittadella della Pace, in un piccolo borgo vicino ad Arezzo, con rappresentanti delle istituzioni, folla di giornalisti, telecamere, e tanti ragazzi e ragazze: a loro affiderà il suo testamento ideale. La notte precedente, incomincerà a dare addio alla bambina”.
Sovrannaturale tempo del teatro, messo in scena da una Compagnia accompagnata dalla Memoria.
“Il senso del teatro non vuole relegare la memoria al perimetro di Auschwitz. Attraverso la storia di Liliana, clandestina e poi madre, moglie, attivista, senatrice, la memoria può diventare azione concreta”.
Anche in Senato?
“La Commissione contro l’odio razziale è stata voluta dalla Segre, che l’ha presieduta all’inizio. L’astensione di 98 parlamentari le era stato spiegato da Giorgia Meloni con il proposito di voler difendere la famiglia”.