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Elezioni comunali a Milano: "Io cieco, non ho potuto esprimere il mio voto"

Carlo Parolini, 76 anni, ha mostrato il timbro ad hoc ma non è bastato: "Sono rimasto allibito. Ho spiegato che era un mio diritto ma i miei interlocutori, al seggio, non hanno voluto sentire ragioni"

DELUSO Il timbro con la sigla “AVD” dà “diritto al voto assistito”» ma il signor Parolini racconta di aver dovuto discutere al seggio «Alla fine sono tornato a casa rinunciando al voto»

Milano, 11 giugno 2016 - «Domenica mi è stato impedito di votare. Sono rimasto allibito. Ho spiegato che era un mio diritto ma i miei interlocutori, al seggio, non hanno voluto sentire ragioni». La segnalazione arriva dal signor Carlo Parolini, 76 anni, cieco parziale (ventesimista). Mostra la sua tessera elettorale: «C’è il timbro ad hoc, apposto dalla sede competente, che autorizza appunto il titolare non vedente al voto assistito. Voto così, con l’aiuto di mia figlia, da 10 anni. L’ultima volta l’avevo fatto al referendum sulle trivelle. Invece, domenica, mi è stato detto che per votare avrei dovuto portare la documentazione medica, in base a nuove disposizioni di legge, in corso dal 16 dello scorso maggio». Questo è il suo racconto. Il seggio in questione è quello di piazzale Istria, vicino viale Zara. «Lì per lì non ho pensato a contattare vigili o altre figure istituzionali. Me ne sono andato a casa, deluso senza aver votato». Ma il signor Parolini vuole risposte, così ha scritto una lettera al Comune (all’indirizzo mail dsc.elettorale@comune.milano.it). «Sono assolutamente certo che la spiegazione datami non abbia nulla a che vedere con il voto assistito nei casi previsti dalla legge, per cui non esito a denunciare questo triste episodio come esempio di prevaricazione da ignoranza. Mi ripresenterò alla votazione di ballottaggio, con mia figlia, e pretenderò pubbliche scuse». Per chi avrebbe votato? «Per Sala, non ho problemi a dirlo».

Da Palazzo Marino rispondono che «La normativa sull’ammissione al voto assistito non ha subìto modifiche recenti. In particolare, la legge n. 17/2003 prescrive che l’elettore con tessera elettorale riportante il timbro AVD debba essere ammesso al voto con accompagnatore senza altra valutazione da parte del Presidente. Il libretto ministeriale delle istruzioni ai Presidenti di Seggio riporta: «Per votare con un accompagnatore, deve ricorrere una delle seguenti condizioni: l’impedimento fisico è evidente; sulla tessera elettorale del portatore di handicap il Comune ha apposto un timbro che circoscrive la sigla “AVD”, formata dalle iniziali, in ordine inverso, delle parole “diritto voto assistito”». Il signor Parolini può votare.

di MARIANNA VAZZANA