ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Lo sfogo di Emanuela Folliero per la madre scippata in metrò: “A Milano raffica di furti. Non si può più andare in giro”

La presentatrice era sulla rossa verso Loreto con mamma e zia 90enni: "Spariti soldi e soprattutto le foto di famiglia a cui era tanto affezionata"

MILANO – Il furto della borsa di sua madre l’ha trasformata in una Erinni. Emanuela Folliero, indimenticabile annunciatrice de “I Bellissimi“ su Rete 4, si è sfogata sui social dopo un episodio a suo dire rivelatore della situazione sicurezza di Milano, dove Folliero è nata 59 anni fa e in cui ha sempre abitato. "Non è possibile rubare ad una persona disabile. Non si può. Ma di cosa parliamo? Non si può andare in giro a Milano. Queste persone non hanno una coscienza" le affermazioni “a caldo” della conduttrice che martedì ha vissuto un vero incubo con la madre, una 96enne che si muove a fatica e solo con il deambulatore, e la zia di 93 anni.

Alcuni frame dalle storie Instagram in cui Emanuela Folliero ha denunciato lo scippo subito a Milano
Alcuni frame dalle storie Instagram in cui Emanuela Folliero ha denunciato lo scippo subito a Milano

Possiamo ricostruire il “fattaccio“?

"Erano circa le 13. Dovevo accompagnare mia madre e mia zia a fare una visita dall’otorino. Abbiamo preso la metropolitana rossa da Porta Venezia. Ho chiesto a mia madre di darmi la sua borsa e me la sono messa a tracolla. Che ingenua: pensavo che così sarebbe stata più al sicuro. Invece è sparita senza che me ne accorgessi".

Come è possibile?

"Come mi hanno suggerito le forze dell’ordine, hanno usato una lama per tagliare la tracolla. È sicuramente successo nel tragitto Porta Venezia-Loreto, ma in tutta sincerità io non ho visto chi sia stato: mi sono accorta di essere stata derubata solo quando mia madre mi ha chiesto indietro la sua borsa. Capito quanto successo in piazza Argentina, mia zia ha cominciato ad agitarsi e mia madre si è sentita male. E pensare che 5 anni prima un ladro era entrato in casa di notte e lei aveva avuto il sangue freddo di avvertire la polizia nascondendosi sotto le lenzuola. Stavolta invece è stato diverso, ha subìto il colpo".

Lei che ha fatto?

"Le ho riportate entrambe a casa e ho chiamato il dottore. Poi sono andata in metrò a “frugare“ nei cestini a meno nude e, non contenta, ho percorso tutto corso Buenos Aires. Non pensavo certo che avrei potuto ritrovare i soldi (200 euro) ma, magari, il ladro poteva essersi liberato della borsa che conteneva documenti, chiavi, occhiali da vista e soprattutto una serie di fotografie a cui mia madre è affezionatissima, perché mantenevano vivi i suoi ricordi, anche di mio padre che non c’è più".

Ha trovato qualcosa?

"Figuriamoci. Ancora più affranta, sono andata alla Polizia a presentare denuncia. Nelle forze dell’ordine ho trovato grande umanità e solidarietà. Mi hanno assicurato che verranno acquisite le registrazioni delle telecamere per risalire al colpevole. Ho chiamato poi il fabbro per sostituire la porta, visto che i ladri avevano chiavi e indirizzo di casa, e sono partite altre 900 euro. Però non è quello che ha provocato la mia furia….".

Spieghi allora il motivo di tanta indignazione.

"Non solo mi fa rabbia esser stata colpita nel momento in cui ero vulnerabile. Questa raffica di furti a cadenza quotidiana ci sta trasformando dentro. Con la percezione di insicurezza e il senso di impunità sono aumentate collera, diffidenza e paura. Io voglio essere libera di passeggiare nella mia città, andare in un bar senza abbracciare la borsa tenendola sulla pancia, non guardarmi sempre alle spalle. Vorrei essere serena anche quando mio figlio che ha 16 anni esce di casa: suoi amici sono stati derubati di scarpe e vestiti. Il punto è che non può essere la nostra libertà ad essere minata. Mi fa male ammetterlo, ma Milano non è più la stessa. La reputazione all’estero, con tutto questo stillicidio di notizie, è precipitata: me lo dicono le mie amiche che abitano fuori. Lo so che il problema non è solo milanese e riguarda tante altre città. Ma non è una consolazione".