SIMONA BALLATORE
Cronaca

"Emergenza povertà educativa, non bollette"

L’ultimo giorno di scuola della direttrice Celada, da domani in pensione: già chiesti tanti sacrifici, ora è tempo di rimuovere gli ostacoli

di Simona Ballatore

Per la direttrice generale dell’Ufficio scolastico della Lombardia, Augusta Celada, domani sarà l’"ultimo giorno di scuola": dal primo settembre andrà in pensione. Era entrata in servizio nell’aprile del 2020, "in piena emergenza", ricorda.

Com’è stato l’impatto?

"Non dimentico lo sgomento di quei giorni, in una realtà diversa da quella da cui venivo, e in una condizione di vuoto: non c’erano persone in ufficio, tutte lavoravano da remoto, recuperare i contatti è stato importante. Ma quello sgomento era per la situazione del Paese: non ci rendevamo conto di cosa stesse succedendo e di quanto sarebbe durato. Non ho mai percepito un senso di abbandono né mancanza di collaborazione".

Che Lombardia ha trovato?

"Sono tornata nel luogo della mia formazione (si è laureata in lettere classiche alla Statale di Milano e ha frequentato in città le scuole, dall’infanzia alle Orsoline al classico Manzoni, ndr). Ho dovuto fare esperienza della complessità della regione. Ricordo però la grande disponibilità di raccordo con le amministrazioni locali, con Regione e Prefettura; la sinergia che ha permesso di attraversare il buio dell’emergenza, i lockdown serrati. Ho subito istituito un tavolo regionale a cui hanno contribuito tutti".

Che Lombardia lascia?

"Sicuramente in grado di affrontare il rientro a scuola in questa rinnovata normalità, pur con le problematiche strutturali che esistono".

Emergenza cattedre in primis.

"E non solo. C’è una grave carenza di personale anche nell’ufficio scolastico regionale. Un aspetto che va tenuto presente.

Apprezzabile la dedizione con la quale tutti lavorano, non lesinando tempi e spazi personali. Ma il numero di persone addette all’amministrazione scolastica è assolutamente insufficiente per una regione che ha circa il 20% della popolazione scolastica del Paese e il 15% della forza lavoro. La piattaforma informatica ha migliorato le procedure per l’assegnazione delle cattedre negli ultimi due anni, resta il problema oggettivo della scarsa disponibilità di docenti, che ci accomuna al destino di altre regioni del Nord".

Perché non si trovano insegnanti in Lombardia?

"Il territorio offre un ventaglio di occupazioni molto variegato, si guarda ad altre carriere. E una grande metropoli come Milano non è appetibile per uno che deve stabilirsi in modo transitorio, sia per il costo della vita, sia per la difficoltà di trovarsi in una città con dimensioni molto diverse".

A che punto siamo per l’apertura dell’anno scolastico?

"Entro domattina (oggi, ndr) finiremo con la nomina dei contratti a tempo indeterminato e procederemo con le supplenze annuali. Un terzo del personale non è di ruolo: una carenza strutturale".

E sul sostegno è precario uno su due...

"Sono posti che vengono attivati in relazione al bisogno. È difficile un bilancio, le certificazioni arrivano in corso d’anno. Una cosa però non dobbiamo scordare: anche il personale supplente si è dimostrato aperto alla sfida della formazione e dell’innovazione didattica".

Archiviata (o quasi) un’emergenza, se ne apre un’altra: crisi energetica. Giusto chiedere un altro sforzo alla scuola?

"Durante la pandemia è già stato chiesto tanto. Il fine non può essere sacrificato alla bontà dei mezzi. Nessuno dice che risparmiare il 20% non sia una buona idea, ma la finalità della scuola non è contenere costi, ma realizzare un’efficace azione di formazione. E va salvaguardata".

Settimana corta sì o no?

"Qualcuno l’ha già applicata, ma non per un ’risparmio’, sono scelte didattiche. E vige l’autonomia delle scuole. Questo non significa che non siano possibili azioni di governace, lo abbiamo dimostrato con lo scaglionamento degli orari e abbiamo dato prova di una capacità che anche in questa circostanza aiuterà. Ma il fine della formazione va salvaguardato".

Ci sono conti che non tornano: regione al top nell’Invalsi e fanalino di coda per le lodi alla maturità...

"Hanno finalità distinte. L’Invalsi rileva livelli di apprendimento generali e l’efficacia del sistema-scuola, non il risultato del singolo. Non possono avere una correlazione. Anzi, laddove l’apprendimento è più efficace è prevedibile che il singolo faccia più fatica a brillare, perché il termine di paragone è più elevato. Come nello sport: superare un record non è facile".

Un messaggio che lascia al suo successore?

"Avrà tutti i requisiti per sapere gestire questo ruolo. Ma credo valga la pena valorizzare la scuola per la sua capacità di innovazione, tenendo presente la sua complessità e il diritto all’istruzione: bisogna fare in modo di rimuovere tutti gli ostacoli, come chiede la Costituzione. E in questo momento storico la priorità è arginare povertà e diseguaglianze educative".

Un saluto ai ragazzi.

"A loro va il mio pensiero continuo, come in questi anni. È come quando i figli crescono: bisogna amarli da lontano senza conviverci. E così sarà per me".