Milano, 9 novembre 2024 – Il messaggio è stato pubblicato una settimana dopo il raid su uno dei siti d’area utilizzati per veicolare le rivendicazioni degli anarchici: “Nella notte tra mercoledì 30 e giovedì 31 ottobre ad Assago, in provincia di Milano, sono state incendiate 23 auto elettriche del servizio sharing e un furgone di proprietà di Eniplenitude, società che appartiene al gruppo Eni”, l’incipit del post che fa riferimento al rogo andato in scena a Milanofiori, nel parcheggio di una ditta che si occupa della manutenzione dei mezzi Enjoy in riparazione.
Attacco all’Eni
Poi l’attacco al colosso del cane a sei zampe: “Mentre il massacro a Gaza prosegue da oltre un anno, Eni continua ad arricchirsi facendo affari con Israele, come ci mostrano le acquisizioni di giacimenti di gas naturale al largo delle coste di Gaza effettuate dalla multinazionale italiana subito dopo il 7 ottobre 2023. A fianco del popolo palestinese. Palestina libera”.
Frasi che non fanno altro che confermare i sospetti degli investigatori del Nucleo informativo dei carabinieri, guidati dal tenente colonnello Emanuele Leuzzi, che – anche sulla base delle indicazioni arrivate dai rilievi effettuati dagli specialisti del Nucleo investigativo antincendi dei vigili del fuoco – stavano già scandagliando con decisione la pista dolosa.
Rogo “accelerato”
Stando a quanto risulta al Giorno, gli accertamenti tecnici sul luogo in cui è divampato il rogo avrebbero fatto emergere la presenza di un accelerante, usato per innescare le fiamme: non c’è ancora certezza sul liquido usato, ma dovrebbe trattarsi di benzina.
Al setaccio anche le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza installate nella zona: un occhio elettronico avrebbe ripreso alcune persone a volto coperto, negli stessi minuti in cui è scoppiato il rogo.
Matrice anarchica
Chi si occupa abitualmente di monitorare i movimenti della galassia anarchica non ha potuto non notare la coincidenza temporale tra il raid contro le biposto elettriche Enjoy, avvenuto il 31 ottobre, e il presidio davanti al consolato ucraino di via Ludovico di Breme, alle 10 del 4 novembre, dal titolo “La giornata del disertore”, che ha visto la partecipazione di esponenti anarchici da tutta Italia.
Del resto, non è la prima volta che i veicoli del gruppo Enilive finiscono nel mirino. Nel 2020, ad esempio, l’operazione “Bialystock” del Ros dei carabinieri ha portato in cella alcuni esponenti della galassia anarcoinsurrezionalista accusati, tra le altre cose, di aver incendiato auto Enjoy a Roma tra il 2017 e il 2019.
Nell’ottobre del 2019, i militari del Comando provinciale di Genova hanno perquisito due anarchiche, indagate per il rogo di un’auto dell’Eni nel capoluogo ligure il 30 luglio dello stesso anno; in quell’occasione, nelle ore successive era comparso sul web un documento di rivendicazione dell’azione, inserita nella campagna d’attacco alla multinazionale dell’energia.