BRUNO
Cronaca

Ennesima esondazione Seveso, ora si chieda aiuto al Politecnico

Esondazioni del Seveso e del Lambro a Milano causano danni economici e sociali, con difficoltà di risarcimento per i privati. Le amministrazioni pubbliche sono responsabili di non prevenire i disastri idrogeologici, ma il Politecnico di Milano potrebbe aiutare.

Villois

Il disastro idrogeologico che sovente colpisce parte rilevante della città di Milano produce danni sia economici che sociali.Quelli economici riguardanti i privati, che hanno la malaugurata sorte di risiedere o esercitare attività commerciali e artigianali nelle ampie aree delle esondazioni, non di rado incontrano serie difficoltà ad essere risarciti dalle amministrazioni pubbliche e non solo. Più di cento volte in meno di cinquant’anni è esondato il Seveso e anche le coperture assicurative private non vengono concesse dalle compagnie, o hanno costi di polizza iper salati e soggetti a franchigie che di fatto impediscono la maggior parte dei risarcimenti.

Il Lambro e il Seveso sono all’origine delle esondazioni ma le amministrazioni pubbliche, Comune e Regione, sono responsabili di non mettere in atto quanto possibile per evitare costi e danni che colpiscono in primis i residenti, ma più in generale parte rilevante della comunità milanese per i disservizi nell’uso dei mezzi pubblici e dei residui danni alle pavimentazioni, difficilmente riportate, anche nel tempo, alle condizioni precedenti che non di rado erano già dissestate. Bene ricordare che oltre agli uffici tecnici pubblici, addetti alle mansioni riguardanti il territorio, Milano ha un Politecnico di prima grandezza riconosciuta a livello ormai mondiale, tanto da essere inserito tra le prime cento università internazionali. Basterebbe che le amministrazioni pubbliche affidassero al Politecnico l’incarico di progettare gli antidoti alle esondazioni dei due fiumi, e magari anche un ulteriore incarico per eliminare il diffuso dissesto stabile e mai corretto delle vie della città, la cui qualità, anche in centro, è sicuramente inferiore a quello che meriterebbe Milano, una delle tre capitali mondiali del fashion e del bello, oltre che la prima del design.