Milano, 18 maggio 2016 - Milano rende omaggio al conduttore tv e politico Enzo Tortora, a 28 anni dalla sua scomparsa. I Radicali si sono ritrovati al Cimitero Monumentale di Milano con una rosa. Presenti non solo il presidente dei Radicali e candidato sindaco, Marco Cappato, e la moglie di Enzo, Francesca Scopelliti, ma anche altri politici in corsa per Palazzo Marino, come Stefano Parisi (centrodestra), Gianluca Corrado (M5S), Nicolò Mardegan (NoixMilano) e il presidente del Consiglio comunale milanese Basilio Rizzo ( Milano in comune).
"Credo che il coraggio di Marco Pannella sia stato determinante per la battaglia di Enzo Tortora. Sempre si ricorda Enzo come vittima della malagiustizia. È stato un vincitore - ha detto Cappato - un vincitore del referendum per la responsabilità civile dei magistrati. È stato lo Stato italiano a non essere all'altezza di quella vittoria, tradendo quel referendum per tanto tempo. E questa è un'altra lezione: rispettare il popolo che si esprime attraverso i referendum e la storia sarebbe stata diversa". "Siamo qui per ricordare l'anniversario della morte di Enzo Tortora. Sono passati 28 anni - ha fatto sapere Scopelliti - e mi fa piacere come ogni anno essere qui al Monumentale di Milano per ricordare e portare una rosa a Enzo. Ma oggi è anche una giornata di politica elettorale: io sono candidata per la lista 'Marco Cappato sindaco' e lo faccio molto volentieri, unendo il ricordo di Enzo e quello che deve succedere qui a Milano con il voto radicale. Perché - ha aggiunto - come diceva sempre Enzo: 'Sono liberale perché ho studiato, sono radicale perché ho capito'. Spero che tanti milanesi capiscano qual è la scelta giusta. Enzo è morto il 17 giugno del 1983 per una magistratura inaccettabile. Quei giudici non hanno pagato e questo crea ancora più dolore. Ad oggi la battaglia continua. Non c'è resa". Mentre Basilio Rizzo ha fatto sapere: "Una figura che ha voluto dire molto alla città. Si è battuto contro la corruzione chiedendo la responsabilità civile dei magistrati. È stata una persona che fino in fondo ha avuto fiducia. Non siamo qui come candidati come rappresentanti della città, legati a un milanese autentico".
Nonostante non abbia partecipati alla cerimonia, Giuliano Pisapia ha comunque voluto rendere omaggio a Tortora: "Un momento di ricordo ma anche un momento in cui bisogna guardare avanti, perche' quello che ha vissuto Enzo e lo ha portato a morire per il dolore e l'ingiustizia subita, purtroppo oggi lo vediamo troppo di frequente. Il garantismo vero, per tutti, indipendentemente dal colore politico o della pelle, e' il modo migliore per evitare gli errori giudiziari e le ingiuste detenzioni". "Dal momento dell'arresto di Tortora in pochi hanno capito che si stava incorrendo in un gravissimo errore. C'era chi era indifferente - ha aggiunto il sindaco - e purtroppo anche chi ha esultato, forse per gelosia forse per altri motivi. Da allora sono stati fatti passi avanti proprio per merito di Enzo Tortora e applicare queste leggi serve per evitare le ingiustizie e per dare sempre piu' credibilita' alla nostra giustizia". Dal primo cittadino anche due ricordi personali di Tortora: "Quando e' tornato in televisione con la frase 'dove eravamo rimasti?', io ero a quella trasmissione perche' mi aveva invitato a parlare di giustizia. E un'altra volta l'ho incontrato a Milano, in Tribunale, per un'altra questione in cui lui era parte offesa, io facevo l'avvocato. Ci siamo fermati a parlare su una panchina del tribunale di cosa si poteva fare, insieme a tanti altri, con chi credeva nel garantismo e nella giustizia vera, per cambiare non tanto le norme ma soprattutto la cultura delle persone, di troppe persone che credono di poter usare la giustizia per finalita' che non hanno a che vedere con la giustizia".