REDAZIONE MILANO

Carmine Gallo morto, i nomi di chi rimane nell’inchiesta Equalize sui dossier illegali

Intanto il 19 marzo prossimo si discuterà il ricorso della Procura di Milano che aveva chiesto il carcere per Calamucci, Camponovo e Cornelli ma anche i domiciliari per Enrico Pazzali

Da sinistra, Enrico Pazzali e Carmine Gallo

Da sinistra, Enrico Pazzali e Carmine Gallo

Milano, 9 marzo 2025 – Con la morte di Carmine Gallo la Dda di Milano perde una pedina centrale nell’inchiesta Equalize che punta a far luce sulle attività illecite messe in piedi dall’agenzia investigativa di Enrico Pazzali, l’autosospeso presidente della Fondazione Fiera Milano e al momento solo indagato.

Sì perché l’ex poliziotto, stroncato a 66 anni da un infarto nella sua abitazione di Garbagnate Milanese, era l’amministratore delegato della società milanese con sede nella centralissima via Pattari che secondo la Procura, acquisiva illecitamente dati sensibili da banche dati strategiche dello Stato, attraverso un sistema di hackeraggio.

E Carmine Gallo, ex poliziotto, di quella rete di cyber-spie impegnate a intercettare (e ricattare) personaggi di spicco della politica e ma anche campioni dello sport era in qualche modo il puparo, colui che intesseva relazioni e – soprattutto - sfruttava l’immenso archivio segreto accumulato negli anni alla Criminalpol.

Gli spiati 

Un immenso database in cui il super poliziotto aveva raccolto una mole di dati impressionanti: dall’albero genealogico della ’ndrangheta calabrese, ai file su Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi.  

Carmine Gallo era il deus ex machina dell’organizzazione e in questo senso la sua morte è una grave perdita per la Procura di Milano che intende far luce sull’estesa rete di hackeraggio – i numeri dell’inchiesta fanno paura: 60 soggetti indagati e 800mila persone spiate – che avrebbe ramificazioni a Londra e addirittura coinvolgerebbe i servizi segreti di paesi terzi. 

Gli arrestati 

Uscito di scena Gallo, restano tre gli arrestati insieme a lui lo scorso 25 ottobre 2024. Si tratta di Nunzio Samuele Calamucci, Giulio Cornelli, due dei più esperti hacker della squadra ma anche l’investigatore privato Massimiliano Camponovo.

È stato quest’ultimo, in un interrogatorio all’indomani dell’arresto, a confermare che la rete delle presunte cyber spie della Equalize aveva ramificazioni all’estero, in particolare a Londra. L’investigatore privato ha raccontato ai giudici che la Equalize aveva contatti e appoggi fuori dall’Italia era già emerso dalle intercettazioni: in Inghilterra avveniva il reclutamento degli hacker, ci furono incontri con agenti israeliani, e i server della società erano in Lituania.

Il ricorso

Intanto il 19 marzo prossimo si discuterà il ricorso della Procura di Milano che aveva chiesto il carcere per Gallo ma anche gli arresti domiciliari per Enrico Pazzali il quale, secondo gli inquirenti, non poteva non avere un ruolo nelle attività illecite.